Stoltenberg negli Usa, la Nato divisa tra armi all’Ucraina e aiuti alla Turchia

Ad accogliere Stoltenberg ci saranno il segretario di Stato Blinken e il segretario alla Difesa Austin

Jens Stoltenberg
Jens Stoltenberg
di Luca Marfé
Martedì 7 Febbraio 2023, 13:07 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 08:11
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È il giorno di Stoltenberg a Washington e il ruolo della Nato non è mai stato tanto determinante quanto lo è proprio oggi.

Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, infatti, è chiamato ad affrontare contemporaneamente due crisi, una più delicata dell’altra.

Da un lato, naturalmente la guerra in Ucraina, con il dossier dell’invio delle armi sempre aperto e sempre in fiamme.

Dall’altro, fresco di 24 ore e già straziato da oltre 5mila morti, evidentemente il terremoto in Turchia, con il dovere dell’invio degli aiuti umanitari.

Dovere morale e dovere di alleati, appunto.

Con Ankara che è comunque uno dei punti fermi dell’Organizzazione, nonostante tutti i difetti evidenti di Erdoğan.

E con una sensazione, neanche troppo velata, di imbarazzo su entrambi i fronti, proprio di Stoltenberg, proprio della Nato.

Perché se è vero che non si può esitare sulle armi all’Ucraina, è almeno altrettanto vero che non si può esitare sugli aiuti alla Turchia.

Sarebbe come dire: ci sono i soldi per i carri armati, per i proiettili e per i missili.
 

Ma non ci sono i soldi per il cibo, per le medicine e per le coperte (e per le bare).

Ad accogliere Stoltenberg ci saranno il segretario di Stato Blinken e il segretario alla Difesa Austin.

Non ci sarà invece Biden, alle prese con il discorso sullo Stato dell’Unione (in programma stanotte ora italiana, ndr).

Sarebbe esagerato pensare a un caso diplomatico. Me è un segnale che qualcuno percepisce come di lieve “freddo” nei confronti del norvegese, che tra le altre cose è al centro del dibattito pure per quanto riguarda la sua eventuale riconferma al vertice.

Il momento è complesso, dunque.

Le immagini e soprattutto le vite della Turchia non aspettano.
L’intelligence dell’Ucraina, dal canto suo, alza ancora il livello di guardia e avverte: Mosca è pronta a mobilitare un ulteriore mezzo milione di soldati e quindi l’Occidente deve fare di più.

Gli Stati Uniti sono chiamati a decisioni pesantissime, molte delle quali verranno prese nelle prossime 48 ore a Washington.

Osservatori speciali Russia e Cina: la Nato alla doppia prova del fuoco.

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