Aleksei Navalny, i progressi sui social: «Ora mi tremano le gambe, la guarigione non sarà veloce»

Aleksei Navalny, i progressi sui social: «Ora mi tremano le gambe, la guarigione non sarà veloce»
Aleksei Navalny, i progressi sui social: «Ora mi tremano le gambe, la guarigione non sarà veloce»
Sabato 19 Settembre 2020, 16:19 - Ultimo agg. 17:10
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Aleksei Navalny torna sui social per mostrare i suoi progressi dopo l'avvelenamento. Nella foto cammina da solo, senza l'aiuto di nessuno, e senza flebo. L'oppositore russo, avvelenato ad agosto a Tomsk con una sostanza della stessa famiglia del Novichok e trasferito in coma a Berlino, ha pubblicato sul suo account Instagram una sua foto mentre scende una rampa di scale. 

«Ora mi tremano le gambe quando salgo le scale, ma riesco a pensare 'è una scala', a percorrerla e magari a cercare un ascensore», ha scritto ammettendo i problemi avuti nei giorni scorsi (quando non riusciva a trovare le parole e a riconoscere le persone) e quelli che ancora ha (gli è impossibile versarsi da bere). «La mia guarigione ora è un percorso chiaro anche se non sarà breve. - ha scritto inoltre - I fantastici medici dell'ospedale Charité di Berlino mi hanno trasformato da una persona 'tecnicamente viva' a una persona che ha tutte le possibilità di tornare a essere la forma più elevata di essere vivente nella società contemporanea. Vale a dire, qualcuno che può scorrere rapidamente Instagram e sa dove mettere 'mi piace' senza esitare».



La Russia, intanto, continua a rifiutare l'apertura di una inchiesta sull'avvelenamento dell'oppositore, come richiesto dalla comunità internazionale. Una fonte delle agenzie di sicurezza citata dall'agenzia Tass si limita a rendere noto che i tempi della pre indagine sul ricovero di Navalny, a cura del dipartimento dei trasporti della polizia del distretto siberiano, saranno esteri oltre il limite dei 30 giorni, «fino a che non sarà presa la decisione di avviare o meno una inchiesta penale».

Al momento, si sottolinea, non vi sono elementi per aprire una tale inchiesta. Il procuratore generale ha invece inviato due rogatorie alla Germania e una alla Francia e alla Svezia per informazioni. Richieste rimaste senza risposta, denuncia la Russia.

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