Navi Grimaldi in fiamme:
​la svolta in Spagna, 3 arresti

Navi Grimaldi in fiamme: la svolta in Spagna, 3 arresti
di Leandro Del Gaudio
Domenica 16 Giugno 2019, 08:49 - Ultimo agg. 18:16
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Sono in tre a doversi difendere da un'accusa gravissima: quella di incendio doloso, quella di aver appiccato intenzionalmente le fiamme a bordo della nave Grande Europa, fino a qualche mese fa vanto del Gruppo Grimaldi. Due incendi dolosi, tre ufficiali fermati in questi giorni dalle autorità spagnole, in vista della valutazione dell'autorità giudiziaria: si tratta di Cristian Porritiello, terzo ufficiale della marina mercantile (come raccontato ieri dal Corriere della Sera), che finisce sotto accusa assieme al collega ufficiale di Gragnano R.D. e al siciliano G.B., anch'essi trattenuti in stato di fermo dagli inquirenti spagnoli.

 

L'UDIENZA
Ieri i tre ufficiali hanno visionato le carte che hanno spinto la magistratura spagnola a firmare un provvedimento di arresto, in uno scenario che risulta decisamente più ampio: oltre ai tre soggetti fermati, ci sono altri otto sospettati di aver svolto un ruolo nelle fiamme dolose (così ipotizzano gli inquirenti) che avrebbero mandato a picco la nave.
Una clamorosa svolta a distanza di un mese dall'incendio sul cargo Grande Europa, al largo di Palma di Maiorca: era la notte tra il 14 e il 15 maggio scorso, a 25 chilometri dall'isola delle Baleari, quando andò a fuoco la nave che trasportava 1687 automezzi, tra macchine, furgoni e ruspe.
Un incidente immediatamente apparso come sinistro, se non addirittura misterioso, anche alla luce di precedenti casi abbastanza recenti, sempre e comunque riconducibili alla flotta della Grimaldi.
Archivi di cronaca alla mano, basta andare indietro di pochi mesi per accorgersi che prima di Palma di Maiorca c'erano state altre vicende simili: ottobre del 2018, incendio nella «Cruise Ausonia» sulla tratta Palermo-Livorno; lo scorso marzo, invece, ancora fiamme per un cargo del gruppo, vale a dire la «Grande America» al largo di La Rochelle in Francia, che si era addirittura inabissata portandosi a picco un carico di Bentley e di Porsche.
Ma torniamo all'udienza di convalida che si è celebrata nella tarda serata di ieri. Difeso dal penalista Alessandro Maria Tirelli, Porritiello si è detto pronto sin dalle prime battute di questa indagine a dimostrare la correttezza della propria condotta di uomo di mare, di ufficiale per altro abituato a fronteggiare anche situazioni critiche a bordo di navi di questa portata. Fino a questo momento, alcuni membri dell'equipaggio erano stati ascoltati come persone informate dei fatti, quando le autorità spagnole hanno comunque deciso di far scattare le manette. Pericolo di fuga (dal momento che i sospettati sono italiani), ma anche pericolo di inquinamento probatorio, quanto basta a trattenere in Spagna il fascicolo per l'incendio dello scorso maggio e a radicare la competenza nel paese iberico.
COMPETENZA
La pensa diversamente il penalista Tirelli, pronto a sollevare una eccezione di competenza territoriale, sulla scorta del fatto che la nave - battente bandiera italiana - solcava acque internazionali.
Ma torniamo all'inchiesta sull'ultimo incendio. Sono tanti i nodi da sciogliere ed è probabile che verranno condotte verifiche e accertamenti anche su particolari sinistri, anomali, che erano stati raccontati da alcuni testimoni prima che si verificasse l'incendio e che devono aver instradato le indagini.
Una vicenda rispetto alla quale la Grimaldi ha mostrato massima collaborazione rispetto alle esigenze investigative, come emerge da un comunicato diramato ieri: «Seguiamo con grande attenzione le indagini della Guardia civil cui stiamo fornendo la massima collaborazione. Per quanto attiene eventuali persone investigate, esprimiamo la cautela d'obbligo e l'auspicio che la posizione venga chiarita al più presto. Nel contempo, vogliamo sottolineare i gravi danni che noi stessi abbiamo subito sulla grande Europa». Facile pensare che ora le indagini punteranno a valorizzare immagini ricavate nel corso dell'incendio, ma anche eventuali conversazioni via chat rese dai principali indiziati subito dopo il rogo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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