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Navi migranti, «profughi spinti a partire dalla presenza delle Ong»: il rapporto riservato di Frontex

«Se sanno che non ci sono imbarcazioni in zona, molti migranti rifiutano di partire»

Il rapporto riservato di Frontex: «Profughi spinti a partire dalla presenza delle Ong»
Il rapporto riservato di Frontex: «Profughi spinti a partire dalla presenza delle Ong»
di Valeria Di Corrado
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 8 Novembre 2022, 22:26 - Ultimo agg. : 10 Novembre, 11:44
4 Minuti di Lettura

«La presenza delle navi delle ong, soprattutto in navigazione tra Zuara e Zawiya, continua a essere un ulteriore fattore di attrazione (un “pull factor”)» per i migranti che partono dalla Libia per raggiungere l’Italia. È quanto si legge in un documento riservato di Frontex, l’Agenzia europea della vigilanza dei confini, relativo al periodo che va dal primo gennaio al 18 maggio 2021.

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Secondo quanto sottolinea Frontex, «i migranti che arrivano dalla Libia dichiarano costantemente» di aver verificato, prima della partenza, la presenza delle organizzazioni non governative nell’area, spiegando che, «in assenza delle navi delle ong nel Mediterraneo, molti rifiutano di partire». Probabilmente perché sanno bene che, senza il loro aiuto, la traversata si trasformerebbe in un viaggio suicida, con scarse possibilità di raggiungere le coste europee. Quindi il vero “porto sicuro” sono le navi della ong.

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TRAFFICO DI MIGRANTI

Secondo l’Agenzia europea, per come si sono riorganizzate le rotte dei trafficanti di esseri umani la Libia, e Zuara in particolare, sono diventati un polo d’attrazione e l’imbarco principale verso l’Europa e l’Italia. «La Libia è ancora una volta percepita dai subsahariani come l’ultimo paese di partenza per raggiungere l’Ue», si spiega nel documento riservato. «Il fatto che ad oggi molti di questi migranti segnalati nell’operazione navale europea Themis abbiano bisogno solo di un periodo compreso tra sei e sette mesi per raggiungere l’Italia - sottolinea Frontex - suggerisce che le reti criminali hanno riadattato in modo efficiente il loro modus operandi per “trafficare” migranti in Libia e oltre in Italia».

In particolare, nel 2021, si legge nel documento riservato Frontex, «Zuara è diventato un hub di traffico e il principale luogo di ultima partenza in Libia e nella regione del Mediterraneo centrale», da cui è partito «circa il 40% di tutti i migranti segnalati nel Mediterraneo centrale». E le informazioni raccolte attraverso le attività di debriefing indicano «sempre più il coinvolgimento diretto delle milizie delle autorità locali nell’attività di “traffico” a Zuara». «Questa zona - la conclusione dell’analisi di Frontex - continuerà probabilmente ad attrarre migranti che cercano di raggiungere l’Italia dalla Libia».

 

«FERMARE I TAXI DEL MARE»

«Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio, quanto emerso conferma quello che ribadisco da tempo riguardo la presenza delle imbarcazioni delle ong nel Mediterraneo - commenta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri - Per i flussi migratori, infatti, queste presenze rappresentano un effettivo fattore di attrazione, “pull factor” come si dice tecnicamente, che di fatto incrementa le partenze, l’illegalità degli scafisti e con loro purtroppo anche naufragi e morti. Le ong vanno fermate una volta per tutte, sono responsabili di quanto avviene nel Mediterraneo e uno strumento utilizzato da trafficanti di disperati per portare a termine il loro lavoro. Basta con il falso buonismo e la retorica sui recenti arrivi di navi in Italia, se si vogliono realmente evitare le tragedie del Mediterraneo bisogna porre fine a questi taxi del mare a servizio dell’illegalità».

«La questione del “pull factor” è stata smentita da qualunque istituto di ricerca, prima di tutti l’Ispi. È stato ampiamente dimostrato che non c’è alcun legame tra partenze e presenza delle navi umanitarie in mare», si è difeso all’Adnkronos Oscar Camps, fondatore di Open Arms. «Semmai il fattore più importante da tenere in considerazione», quando si parla di flussi migratori verso l’Europa, sono «le condizioni di estrema instabilità politica della Libia, la guerra attualmente in corso tra bande armate e non ultimo - ha spiegato Camps - l’intenzione di aprire o chiudere i cordoni delle partenze da parte dei libici a seconda della convenienza del momento. Quando fai accordi con milizie armate, diventi immediatamente ricattabile ed è esattamente quello che fanno: ricattano l’Europa utilizzando come moneta di scambio la vita di persone vulnerabili». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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