🚨 #Urgente 🚨#LaPaz
👮♀️👮Difundimos el IDENTIKIT con el posible rostro de la autora, realizado por el equipo técnico de la #FELCC.
Si la conoces, por favor ponte en contacto inmediato con nosotros.
👮🏼♂️ #NingúnDelitoImpune
🇧🇴 #SomosLaPolicíaDeTodosLosBolivianos pic.twitter.com/v9uogSvvn7— POLICIA BOLIVIANA (@Pol_Boliviana) December 29, 2021
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La polizia boliviana ha approfondito le ricerche della neonata di tre mesi Daylin, rapita da una sconosciuta il 23 dicembre nella città di La Paz, Bolivia.
Quel giorno, la madre della piccola è arrivata al terminal degli autobus di La Paz con due nipoti e la neonata tra le braccia.
Fino a mercoledì, la polizia aveva il ritratto della donna con una parte del viso coperta da una mascherina, il che ha reso difficile la sua identificazione. Ora si ha l'identikit con il volto integrale della donna, e sono stati presi contatti con sei persone che hanno telefonato alla presunta rapitrice.
«Diffondiamo l'identikit con il possibile volto dell'autrice (...) Se la conosci, ti preghiamo di contattarci immediatamente», ha detto la Polizia sul proprio account Twitter.
Nel frattempo, la Special Force to Fight Crime (Felcc) di La Paz ha stilato una mappa del possibile percorso compiuto della sospettata, mentre la Procura aggiunge testimonianze di persone che affermano di aver visto la sconosciuta con la bambina.
«Stiamo riuscendo a identificare alcuni dati basati su testimoni, su telecamere di sorveglianza che ci daranno la certezza di quale sia stato il percorso della signora Camila, che è la rapitrice della bambina Daylin», ha riferito il tenente Boris Gutiérrez. «La signora ha tra i 25 e i 30 anni, un'altezza media di 1,55 metri, una carnagione leggermente chiara», ha spiegato Gutiérrez. Secondo i dati della polizia, al momento del rapimento indossava una giacca nera, una tuta grigia e scarpe sportive azzurre e nere.
Gregoria Bautista e Wilfredo Canurana, rispettivamente di 20 e 21 anni, sono i genitori della bambina rapita. Si tratta di una coppia molto umile di contadini di Cochabamba, e in questo momento alloggiano a La Paz, in attesa di notizie dell'inchiesta.
«Chiedo a tutta la popolazione di La Paz, con tutto il mio cuore, di aiutarmi nella ricerca della mia bambina. Non abbiamo più le risorse nemmeno per affiggere i manifesti», ha detto Canurana, secondo il quotidiano locale Página Siete.