Età media 32 anni: viaggio nella fabbrica delle idee a New York, dove nasce il futuro

Età media 32 anni: viaggio nella fabbrica delle idee a New York, dove nasce il futuro
di Luca Marfé
Lunedì 17 Settembre 2018, 17:06 - Ultimo agg. 19:01
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NEW YORK - «I giovani non sanno niente. E proprio per questo possono sognare tutto».

Una frase che Alan Iny ripete come un mantra. Una regola non scritta, ma evidentemente linea guida di questa scena.

Lui è uno dei tanti volti del gruppo. Tra le altre cose coautore di un libro che, parafrasando l’espressione inglese Think outside the box ossia “pensare fuori dagli schemi”, si intitola ed invita a “pensare a scatole del tutto nuove”: Thinking in new boxes.



La scena, invece, è quella di cinquanta piani sul futuro, nell’area di Hudson Yards, New York.

Un quartiere che viaggia alla velocità della luce, dove l’innovazione diventa rivoluzione.

Proprio qui, uno degli avveniristici colossi di acciaio e vetro del lato West della Grande Mela accoglie il Boston Consulting Group.

La multinazionale che eredita il nome dalla sua città natale oggi è tutto tranne che local: vanta infatti 90 uffici in 50 Paesi diversi ed è stata inserita dalla rivista Forbes nelle 500 aziende più grandi del mondo.



Ma di che cosa si occupa di preciso?

È uno dei giganti della consulenza internazionale.

Si occupa, in buona sostanza, di immaginare ciò che accadrà…“dopodomani”.

Lo fa per i governi, per le aziende, per se stessa.

Indirettamente, lo fa per noi.



Una della analisi più interessanti che ha realizzato di recente è il Seda ovvero il Sustainable Economic Development Assessment. Una perizia assai dettagliata in cui viene tracciato un bilancio tra benessere dei cittadini e crescita economica: «Migliorare il benessere dei cittadini non è in conflitto con l’obiettivo di rafforzare la crescita economica di un Paese. Mantenere la stabilità economica, rafforzare l’istruzione, promuovere la parità di genere e la partecipazione civile sono tutte scelte che concorrono ad aumentare gli standard di vita della popolazione. Al tempo stesso rendono la crescita economica più veloce e più resiliente il sistema». 

Due varianti per nulla in conflitto, ma addirittura necessarie l’una all’altra. Insomma, crescita sì purché sia sostenibile e purché abbia un impatto positivo sulla vita delle persone. Un’equazione più vasta, a tratti inedita, pronta ad essere sposata dai centri nevralgici di mezzo mondo, ritenuta fondamentale per strutturare una nuova idea di domani.



Tornando ai giovani: l’età media tra queste mura è di 32 anni.

Questi ragazzi lavorano in piedi, corrono sul tapis roulant, si ritrovano nel café ecogreen con vista a 360 gradi sulle vertigini di New York.

Geni superformati nelle università più prestigiose, ma, su ogni altra cosa, felicemente contaminati da un germe che non si raccoglie tra i banchi di nessuna scuola: la creatività.

Vengono pagati per immaginare, per sognare più forte.


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