Niccolò Ciatti, il tribunale spagnolo condanna il ceceno Bissoultanov: fu omicidio volontario. La famiglia: «Temiamo che scappi»

Niccolò Ciatti, condannato l'aggressore ceceno che lo ha pestato in Spagna nel 2017: «Fu omicidio volontario»
Niccolò Ciatti, condannato l'aggressore ceceno che lo ha pestato in Spagna nel 2017: «Fu omicidio volontario»
Venerdì 3 Giugno 2022, 18:15 - Ultimo agg. 4 Giugno, 00:24
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Il calcio letale per Niccolò Ciatti fu assestato con l'intenzione di ucciderlo: lo ha stabilito la giuria popolare del Tribunale provinciale di Girona (Spagna), che ha dichiarato il ceceno Rassoul Bissoultanov colpevole di omicidio volontario per la morte del ragazzo fiorentino avvenuta il 12 agosto 2017 a Lloret de Mar dopo un pestaggio in una discoteca. Un verdetto in linea con quanto sostenuto dalla procura, che per il killer ha chiesto una pena di 24 anni. E che non dà credito, al contrario, alla versione dell'imputato, che aveva dichiarato di essere «andato nel panico» e di «non aver voluto» uccidere Niccolò (la sua difesa chiedeva omicidio colposo, punibile con al massimo 4 anni). Ô stato invece assolto il suo amico Movsar Magomadov, che la famiglia della vittima considera complice di Bissoultanov, mentre il pm un semplice testimone di quanto avvenuto quella notte. Ora la palla passa al giudice, che dovrà stabilire l'entità esatta della pena (possibili da 15 a 25 anni di carcere). Per conoscere la sentenza finale, tuttavia, potrebbero volerci dei giorni. «Ci siamo tolti un peso, ma non siamo ancora soddisfatti»«, è il commento a caldo di Luigi Ciatti, il padre di quel giovane, che, a soli 22 anni, a Lloret era andato per una semplice vacanza con amici. «Il verdetto è un passo che va nella giusta direzione», aggiunge parlando con l'Ansa, «ma finché avremo forza continueremo a lottare».

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Ciatti ha in particolare una preoccupazione, legata al fatto che Bissoultanov, per il momento, non dovrebbe entrare in carcere preventivo: in Spagna, infatti, questa misura cautelare può essere al massimo di quattro anni, un periodo già trascorso dietro le sbarre tra il paese iberico, la Germania e l'Italia (dove è stato poi scarcerato per una decisione della Corte d'Assise di Roma, revocata dalla Cassazione quando però l'uomo era già tornato in Catalogna).

Attualmente, l'imputato dichiarato colpevole ha obbligo di firma settimanale ed è senza passaporto, ritiratogli dalle autorità locali, spiega Ciatti. «Ci spaventa un pò la possibilità che riesca a scappare», dice.

Per la famiglia di Niccolò sono state giornate estenuanti a Girona. Il processo è iniziato lunedì, momento in cui c'è stato anche il primo incontro di persona con chi ha ucciso Niccolò. «Gli ho detto in faccia che è un assassino», ha raccontato il papà della vittime. Poi, lunghe udienze con le deposizioni di parti e testimoni, diversi dei quali hanno dato sostegno alla tesi del pm e dei legali dei Ciatti, Agnese Usai e Francesco, secondo i quali Bissoultanov è esperto in tecniche di lotta. Fino alla riunione della giuria in camera di consiglio, iniziata ieri. Una fase «snervante», come l'ha definita la stessa Usai, che ora spera che la famiglia di Niccolò trovi nel verdetto «un motivo di consolazione», pur sapendo che «nessuno potrà lenire una perdita così grande». L'avvocato di Bissoultanov, Carles Monguilod, ha annunciato ricorso, afferma l'agenzia catalana Acn. «Non possiamo gioire di questa condanna, ma certamente la sentenza spagnola ci ridona un pò di quella fiducia nella giustizia che avevamo perso», ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze e della città metropolitana di cui fa parte Scandicci, dove viveva Niccolò Ciatti con la famiglia. «Rimane l'amarezza per l'assoluzione del secondo imputato», ha detto invece il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani.

 

 

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