Notre Dame, ipotesi cortocircuito o mozzicone di sigaretta. Cinque anni per ricostruirla

Notre Dame, ipotesi cortocircuito o mozzicone di sigaretta. Cinque anni per ricostruirla
Mercoledì 17 Aprile 2019, 20:46 - Ultimo agg. 18 Aprile, 10:18
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Sarà un'impresa ricostruire Notre-Dame in 5 anni, ma il progetto è stato varato come «realizzabile» da esperti e ministri riuniti all'Eliseo. Era stato Emmanuel Macron a dettare i tempi ieri sera per quello che viene da molti definito come un exploit ancora prima di cominciare. Il governo è attivissimo, ha lanciato un concorso internazionale per la ricostruzione della guglia crollata. La maxicolletta ha raccolto in due giorni un miliardo di euro, cifra tanto più preziosa in quanto la cattedrale, di proprietà dello Stato, non era assicurata.

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Sul piano delle indagini, gli operai interrogati sono saliti a 30, mentre le ipotesi sul tappeto sono sempre quelle del cortocircuito (forse legato agli ascensori delle impalcature), del mozzicone di sigaretta o della saldatura surriscaldata. Da oggi, fonti vicine all'inchiesta parlano anche di un bug informatico che, al primo allarme, avrebbe indirizzato i soccorritori verso un punto sbagliato rispetto a quello in cui covavano le fiamme. Soltanto 23 minuti più tardi il secondo allarme avrebbe corretto le coordinate e fatto scoprire agli addetti alla sicurezza un enorme focolaio che aveva già divorato una trave. A questo si aggiungono molte voci che parlano di sicurezza insufficiente non soltanto sul cantiere di Notre-Dame ma praticamente su tutti i cantieri di restauro: «Le precauzioni necessarie per i lavori sui monumenti storici sono insufficienti. Nessuna legge o regolamento ha rafforzato le norme. Questo disastro poteva essere evitato» è la sentenza del direttore della rivista 'La Tribune de l'Art', Didier Rykner, intervistato da Le Figaro.

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La cattedrale di Notre-Dame, che da oggi grazie alle donazioni raccolte ha già un tesoretto di un miliardo di euro da spendere per la ricostruzione, non era assicurata. La notizia non è clamorosa, dal momento che quando lo Stato è proprietario di un bene, come nel caso di Notre-Dame, è esso stesso assicuratore. Ma questo implica che, dove non arriverà la maxicolletta, le spese rimarranno a carico delle casse dello Stato. Che, ha assicurato Franck Riester, ministro della Cultura, «farà quello che serve».

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Il consiglio dei ministri, dedicato oggi interamente alla cattedrale e alla ricostruzione, ha varato un progetto di legge denominato appunto 'Notre-Damè con sgravi di imposte eccezionali, fino al 75%, per chi farà donazioni. Ma il punto forte del dispositivo governativo è il lancio di un concorso internazionale fra architetti per la creazione di una nuova guglia. In particolare, la gara dovrà consentire di prendere una decisione sulla domanda che molti si fanno in queste ore: la guglia dovrà essere ricostruita identica a quella creata da Viollet-le-Duc nel XIX secolo o bisognerà azzardarne una dall'aspetto contemporaneo o addirittura avveniristico?

 



L'ex capo di stato maggiore Jean-Louis Georgelin è stato nominato 'Monsieur reconstruction' per garantire correttezza e trasparenza alle operazioni. Macron, che ieri sera ha dato appuntamento ai francesi per un nuovo discorso in cui illustrerà le riforme che avrebbe dovuto annunciare la sera dell'incendio, ha confermato che in questo momento la priorità della Francia è Notre-Dame e la sua ricostruzione. Per rispondere al disagio sociale espresso dai francesi durante il Grande dibattito nazionale e nei 5 mesi di rivolta dei gilet gialli, il tempo stringe. Sabato prossimo, gli organizzatori della protesta hanno dato appuntamento per un nuovo ultimatum al governo, criticando le centinaia di milioni immediatamente sborsati per Notre-Dame dai miliardari di Francia «inerti di fronte alla miseria sociale»

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