Ecco le «nuvole di fuoco»: l'allarme degli scienziati dopo gli incendi in Australia

Ecco le «nuvole di fuoco»: l'allarme degli scienziati dopo gli incendi in Australia
Mercoledì 15 Gennaio 2020, 18:14 - Ultimo agg. 19:03
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Pyrocumulonimbus. La nuvola di piroculonimbo, o "nuvola di fuoco", ha un colore bianco brillante. Lo stesso di quelle apparse sopra i cieli dell'Australia messa in ginocchio dagli incendi delle ultime settimane. L'Osservatorio della Terra della Nasa ipotizza che queste nubi, presenti sopra il fumo degli incendi, siano state create proprio dalle fiamme sottostanti dove la terra bruciava. Come racconta un servizio della Nbc News, questo tipo di nuvola è stata osservata anche dallo strumento Omps (OPS Mapping and Profiler Suite) sul satellite Suomi NPP. Qui sono arrivati i dati dopo l'osservazione dell'area, dove erano presenti enormi quantità di particelle all'interno del fumo. Fuliggine e polveri sono ai livelli più alti che lo strumento Omps possa misurare.

VIDEO Australia, la cappa di fumo in cielo



Nel passato si era già registrato un evento simile. Precisamente nel 2016 quando un incendio devastante, soprannominato "La Bestia" distrusse l'area di Fort McMurray, nella città statunitense di Alberta. Furono evacuate 88.000 persone e 2.400 edifici furono disintegrati dalle fiamme. Durante gli incendi si notarono proprio queste nuvole di fuoco. Le stesse osservate nell'Australia sud-orientale.

Gli ultimi 5 anni sono stati i più caldi dal 1880

Questo fenomeno, secondo gli scienziati, sarebbe in aumento a causa dei cambiamenti climatici che colpiscono la Terra. Una nuvola di fuoco può generare tuoni e fulmini, ma anche tornado. «Dallo scetticismo degli ultimi 10 anni siamo arrivati ad accettare l'idea che il fenomeno del Pyrocumulonimbus esiste e che ora è abbastanza regolare». A parlare è Mike Fromm, meteorologo del Naval Research Laboratory di Washington, che ha studiato negli anni questo evento atmosferico. «Queste tempeste sono ad alta intensità, irregolari, pericolose e difficili da prevedere. Come è successo a Fort McMurray, possono accendere nuovi incendi anche a 20, 30 chilometri di distanza».

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