Parigi, morta suicida la cofondatrice del gruppo Femen: Oksana Chatchko

Parigi, morta suicida la cofondatrice del gruppo Femen: Oksana Chatchko
Martedì 24 Luglio 2018, 14:50 - Ultimo agg. 25 Luglio, 19:05
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Oksana Schashko, la trentunenne pittrice ed intrepida cofondatrice del Movimento Femen è stata trovata morta nel suo appartamento di Parigi, probabilmente suicida. A darne notizia, in questa afosa estate francese, è stata l'attuale leader dell'organizzazione, Anna Shevchenko. «Oksana - ha annunciato - è stata ritrovata ieri nel suo appartamento a Parigi: si è suicidata». E Anna Goutsol, un'altra delle tre cofondatrici del movimento, ha confermato la morte su Facebook, restando prudente sulle cause della scomparsa. «La più coraggiosa(...) Oksana Schashko ci ha lasciati.
 


Con i suoi cari e la famiglia, siamo in lutto e attendiamo la versione ufficiale della polizia. Per il momento, ciò che sappiamo, è che il corpo di Oksana è stato ritrovato nel suo appartamento a Parigi. Secondo i suoi amici, ha lasciato una lettera suicida». Trasferitasi a Parigi dal 2013, la militante a seno nudo era una forza della natura. Nell'aprile 2008, ancora giovanissima, nei bar di Kiev, ebbe l'idea di fondare il movimento Femen con le due amiche Anna Hutsol e Sacha Shevchenko. All'epoca, non erano nemmeno maggiorenni, appena 17 anni. Oksana dipinge gli striscioni contro Vladimir Putin ma anche contro la corruzione o contro la Chiesa, crea costumi e maschere per un primo intervento a sorpresa a Kiev.

Una visione artistica, ma anche radicale che sancirà il successo del movimento su scala globale. Spesso la loro lotta si conclude in commissariato o addirittura in prigione. Insieme alle sue amiche di sempre, Oksana verrà fermata un centinaio di volte, scontando anche diverse settimanee di carcere, interrogata dai servizi segreti ucraini, che si spingeranno fino a simulare la loro esecuzione nei boschi. Sorta di 'tortura psicologicà che le giovani donne non dimenticheranno mai. Profondo l'omaggio in sua memoria pubblicato sul sito delle Femen: «Oksana è un'eroina del nostro tempo.

Oksana si è battuta contro l'ingiustizia, per l'eguaglianza, si è battuta per lei stessa e per tutte le donne. Eravamo insieme a Piazza dell'Indipendenza (Ucraina), minacciando di mettere a tacere le voci russe, dopo l'umiliazione del KGB, eravano nelle strade di Parigi, formando insieme un nuovo battaglione femminista. Oksana è rimasta in qualsiasi situazione una vera combattente. Non è più con noi, ma è qui, è dappertutto. Oksana è in ognuno di noi, è Femen, iscritta nella storia del femminismo». Cacciata dal suo Paese nel 2013, trova rifugio in Francia.

Un esilio vissuto malissimo.
Lontano dalla madre, dalla famiglia, l'attivista si deprime. Non riconoscendosi più nel movimento abbandona le Femen nel 2013 e si consacra alla sua vocazione di pittrice. «Resterò per sempre una Femen ma questo movimento è morto perché la società l'ha ucciso. Dopo 6 anni, i movimenti ribelli finiscono per sgonfiarsi», dichiarò in un'intervista pubblicata nel 2016 da Le Parisien. Troppi i disaccordi con Inna Shevchenko, la 'generalessà dal 2012 capo dell'organizzazione. Di Oksana rimarrà la sua eredità militante e i dipinti fuori dagli schemi, come quello in cui raffigurò la Vergine Maria in Burqa.
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