Oligarchi russi in rivolta contro Putin, ecco la fronda dei potenti che può cambiare le sorti della guerra

Gli oligarchi russi in rivolta contro Putin, ecco la fronda dei potenti che può cambiare le sorti del conflitto
Gli oligarchi russi in rivolta contro Putin, ecco la fronda dei potenti che può cambiare le sorti del conflitto
Alessandro Strabiolidi Alessandro Strabioli
Domenica 13 Marzo 2022, 13:47 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 12:08
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Gli oligarchi russi, sferzati dalle pesanti sanzioni che Stati Uniti ed Europa hanno imposto nei loro confronti, cominciano a costituire una ristretta fronda d'opposizione alla decisione di Putin di invadere l'Ucraina. Patrimoni milionari congelati in tutto il mondo, banche sospese dal sistema dei pagamenti Swift, blocco dell’export verso Mosca di nuove tecnologie e attrezzature industriali. La guerra voluta dal Cremlino non solo mette a repentaglio gli interessi economici dei maggiori imprenditori russi, ma rischia di mandare in default l'intera economia nazionale del Paese. Le prime scintille di un dissenso senza precedenti nei confronti del leader autocratico sono il segnale di una possibile svolta nelle relazioni di potere interne al Cremlino. Ecco chi sono i miliardari russi che chiedono la pace e che possono incrinare l'egemonia politica dello zar. 

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L'email segreta 

Mikhail Fridman, è il fondatore di Alfa Bank, la più grande banca privata russa.

Secondo il Financial Times, è diventato il primo oligarca a esprimersi contro gli ordini di invasione di Putin. Fridman, ucraino e con anche cittadinanza israeliana, ha vissuto nell’Ucraina occidentale fino all’età di 17 anni. Entrambi i suoi genitori sono cittadini ucraini che vivono a Leopoli, che Fridman ha definito la sua «città preferita». L’Unione Europea ha sanzionato personalmente l'oligarca, attraverso il congelamento dei suoi beni e il divieto di viaggiare. «Non faccio dichiarazioni politiche, sono un uomo d’affari con responsabilità nei confronti delle mie migliaia di dipendenti. Sono convinto però che la guerra non potrà mai essere la risposta. Questa crisi costerà vite e danneggerà due nazioni che sono state sorelle per centinaia di anni», ha scritto in un’e-mail ai membri dello staff della sua società di private equity LetterOne che in seguito è diventata pubblica.

Il barone d'acciaio 

Gli ha fatto eco Alexey Kuzmichev, suo socio in affari, schierandosi anche lui - non apertamente - contro il conflitto. Ha però prudentemente evitato ogni tipo di dichiarazione contro Putin, memore della dura repressione che lo zar mette in atto contro i suoi avversari. Più esplicito è stato invece Oleg Deripaska, che ha costruito la sua fortuna attraverso le materie prime russe. Deripaska ha chiesto la fine della guerra in un post su Telegram: «Il mondo è molto importante! I negoziati devono iniziare il prima possibile!», ha scritto. Ha poi lanciato un allarme sulla situazione economica in rapido deterioramento in Russia, una «vera crisi» e ha sollecitato maggiori riforme economiche. «È necessario cambiare la politica economica, porre fine a tutto questo capitalismo di stato», ha scritto.

Il barone d’acciaio Alexei Mordashov, anche lui pesantemente colpito dalle sanzioni dell’Ue, ha definito i combattimenti una «tragedia di due popoli fratelli». Mordashov, considerata la persona più ricca e influente della Russia, ha affermato che bisogna fare tutto il necessario per uscire dal conflitto e per fermare lo spargimento di sangue. E in una sua dichiarazione, il miliardario si è palesemente smarcato dalle decisioni di Putin. «È terribile che ucraini e russi muoiano, che la gente stia soffrendo, che l’economia stia crollando. Dobbiamo fare tutto il necessario affinché si trovi una via d’uscita a questo conflitto il più presto possibile e lo spargimento di sangue si interrompa per ridare a tutti una vita normale. Non ho assolutamente nulla a che fare con le attuali tensioni geopolitiche. Non capisco perché siano state imposte sanzioni contro di noi»

La lotta contro il cancro ha invece offerto una nuova prospettiva sulla fragilità della vita umana al Oleg Tinkov, il fondatore della Tinkoff Bank, che nel 2014 è stato classificato come la quindicesima persona più ricca della Russia. «In Ucraina stanno morendo persone innocenti, ogni giorno, questo è impensabile e inaccettabile! Gli Stati dovrebbero spendere soldi per curare le persone, per la ricerca per sconfiggere il cancro e non per la guerra», ha detto Tinkov.

 

Società a rischio 

Igor Rybakov, il miliardario comproprietario del produttore di coperture e isolamento Technonicol, ha dichiarato la scorsa settimana attraverso un video pubblicato sul suo canale YouTube di capire che «il punto di non ritorno è stato superato e questa sarà una grande storia che toccherà la vita di milioni di persone . È triste».  Allo stesso tempo, come ha riportato Forbes Russia, ha chiesto ai cittadini di non farsi prendere dal panico e di acquistare titoli deprezzati di società russe. «Tutto questo mi fa incazzare. Voglio che tutta questa incertezza finisca», ha aggiunto.

di Alessandro Strabioli 

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