Oligarchi russi, Sergey Protosenya e il giallo della famiglia sterminata. Il figlio: «Non è stato mio padre, qualcuno li ha uccisi»

Oligarchi russi, Sergey Protosenya e il giallo della famiglia sterminata. Il figlio: «Non è stato mio padre, qualcuno li ha uccisi»
Mercoledì 27 Aprile 2022, 10:39 - Ultimo agg. 16:38
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«Mio padre non è un assassino, non so cosa sia successo quella notte, ma non ha ucciso lui mia madre e mia sorella». Si infittisce il giallo sulla morte dell'oligarca russo Sergey Protosenya, ex presidente di Novotek, azienda russa del gas e con patrimonio stimato di oltre 400 milioni di euro, trovato impiccato giorni fa nella sua villa in Spagna accanto ai corpi della moglie, 55 anni, e della figlia diciottenne, massacrate a colpi di ascia. Il figlio 22enne Fedor, che la notte del delitto si trovava in Francia, a Bordeaux, non crede alla tesi dell'omicidio-suicidio e in una intervista al quotidiano inglese Daily Mail dice: «Sono stati sterminati da uno sconosciuto». «Amava mia madre e soprattutto Maria, mia sorella - afferma - Lei era la sua principessa e lui non avrebbe mai fatto loro del male. Non so cosa è accaduto quella notte, ma so che mio padre non le ha colpite».

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Il macabro ritrovamento

Era lo scorso 21 aprile quando l'oligarca è stato trovato morto insieme a moglie e figlia nella loro casa di Lloret de Mar, vicino Barcellona. La polizia catalana aveva trovato il 55enne Sergey impiccato in giardino e i corpi mutilati della 53enne Natalya e della giovane Maria all’interno della casa.  A lanciare l'allarme è stato proprio il figlio dopo tre giorni durante i quali nessuno della famiglia rispondeva alle sue chiamate.

La stampa spagnola ha da subito parlato di omicidio-suicidio lasciando tuttavia aperta la porta anche all'ipotesi della messa in scena. Le circostanze del delitto in effetti sono strane: Protosenya non ha lasciato nessun biglietto di suicidio né sono state trovate impronte digitali sull'accetta e sul coltello usati per uccidere le due donne, così come non c'erano tracce di sangue sul corpo dell'uomo. 

 

La famiglia di un altro oligarca sterminata il giorno prima

Fedor non è l'unico a non credere alla tesi dell'omicidio-suicidio. Anche Anatoly Timoshenko, un uomo d'affari russo e amico stretto dei Protosenya, ha dichiarato: "Non voglio discutere di cosa potrebbe essere successo in casa quella notte, ma Sergey non è un assassino". E pure un altro amico, Roman Yuravih, ha aggiunto: "Conoscevo Sergey da dieci anni, era un uomo felice , amava la sua famiglia. Non ha ucciso sua moglie e sua figlia, ne sono sicuro". Insomma, cosa è successo quella notta in Costa Brava resta ancora avvolto dal mistero. Non è forse un caso il fatto che solo il giorno precedente la scoperta del delitto Protosenya, sia stato trovato morto nel suo appartamento di Mosca un altro oligarca russo, il vicepresidente della Gazprombank ed ex funzionario del Cremlino, Vladislav Avayev. Accanto a lui i corpi della moglie Yelena, 47 anni, e della figlia minore Maria, 13 anni. Tutti sarebbero stati uccisi da colpi di pistola.

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