Onu, Gentiloni: «Non si risponde alle sfide con i muri»

Onu, Gentiloni: «Non si risponde alle sfide con i muri»
di Luca Marfé
Mercoledì 20 Settembre 2017, 17:04 - Ultimo agg. 21 Settembre, 08:34
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NEW YORK - Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni parlerà oggi all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In avvio di giornata, il premier ha tracciato un quadro delle priorità per l'Italia: lotta al terrorismo, missioni di pace e cambiamento climatico.

«L’occasione di oggi è quella di misurare il metodo multilaterale per affrontare le principali sfide che abbiamo davanti», spiega. In parole ancora più chiare: «L’illusione di rispondere a queste sfide, ciascuno difendendo solo il proprio interesse nazionale contrapponendo Paesi a Paesi, è appunto un illusione». E, con un riferimento neanche troppo sottile a Donald Trump: «Non si risponde a queste sfide con i muri, si risponde con un lavoro comune».
 



Come affermato dallo stesso Gentiloni durante un breve punto stampa che ha avuto luogo ai piedi del Palazzo di Vetro, l’Italia spinge parallelamente anche per un proficuo ritorno dell’Onu in Libia.

«Ne abbiamo bisogno sia per il processo di pace che deve essere allargato e completato per stabilizzare il Paese, sia per le migrazioni perché le condizioni dei rifugiati e dei migranti che sono in Libia hanno bisogno di essere sorvegliate e migliorate dal punto di vista dei diritti umani. In alcuni casi sono veramente vergognose e scandalose».

Parole nette e pesanti quelle del premier che rimarca ancora una volta il ruolo necessario delle Nazioni Unite: «Nessuno meglio dell’Onu ci può aiutare in questo lavoro».

Non svanisce però l’eco del discorso pronunciato da Trump in questa stessa Assemblea Generale in cui il nostro presidente del Consiglio parlerà oggi.

«Ha portato qui la sua visione - spiega Gentiloni -, quella con cui ha vinto le elezioni negli Stati Uniti. È una visione che noi dobbiamo comunque rispettare essendo la visione oggi dell’amministrazione che guida il nostro principale alleato». Prenderne atto, però, non significa non riconoscere delle differenze anche piuttosto evidenti. «Sul cambiamento climatico, sul libero scambio commerciale e difesa degli interessi nazionali abbiamo sempre avuto posizioni distinte». L’ex ministro degli Esteri parla da diplomatico esperto: «Siamo completamente d’accordo sul contrasto al terrorismo, sul fare fronte comune contro le sfide che abbiamo di fronte e - più in generale, aggiunge - siamo riusciti a trovare dei punti di compromesso, delle intese positive».

Anche sulla crisi nordcoreana sottolinea l’importanza di manovre concertate: «Se non avessimo avuto il consenso dei membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, non avremmo inasprito le sanzioni. L’inasprimento delle sanzioni sarà sufficiente a fermare le provocazioni del dittatore nordcoreano? Lo vedremo. Però è un punto di partenza molto importante».

E chiude: «Illudersi su una mediazione adesso, sarebbe di fatto rafforzare il potere di ricatto del dittatore. Però l’Italia può svolgere un ruolo per prevenire illusioni di soluzioni sbagliate».

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