Di Maio e i «grandi» del mondo tornano all’Onu, via alla prima Assemblea Generale post Covid: sfida Usa-Cina

Di Maio e i «grandi» del mondo tornano all’Onu, via alla prima Assemblea Generale post Covid: sfida Usa-Cina
di Luca Marfé
Lunedì 20 Settembre 2021, 19:09 - Ultimo agg. 19:45
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New York è tornata e il mondo torna a New York: via alla 76esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Le delegazioni sono già in città e, assieme al segretario generale António Guterres, sono pronte a riprendersi il podio e la scena in carne e ossa, dopo le distanze vaste e i salotti virtuali imposti dalla pandemia di Covid-19.

Si comincia comunque in modalità allerta perché la prudenza suggeriva un altro anno di video conferenza e perché nel formicaio del Palazzo di Vetro l’evento rischia di trasformarsi in un catastrofico super diffusore.

Premesso questo, per i vertici Onu l’agenda globale è al giro di boa per eccellenza: «La guerra contro il nostro pianeta deve finire».

Ecco il bivio, la scelta è chiarissima: «Salvaguardare il benessere umano, economico e ambientale o rafforzare i vecchi schemi che stanno distruggendo la natura e frammentando la società». Il tutto, neanche a doverlo sottolineare, con la massima attenzione incentrata proprio sul Covid e in particolare sui vaccini.

Alcuni dati, infatti, danno di che riflettere.

Secondo le statistiche pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad oggi nel mondo sono state somministrate 5,7 miliardi di dosi, di cui ben il 73% però in soli dieci Paesi. In altre parole: quasi tre quarti dell’intero ammontare di fiale “distribuite” (tra virgolette perché si fa per dire) in un ambito ridottissimo, con l’intero continente africano tagliato fuori e con degli squilibri che a osservare certe geografie fanno davvero spavento.

La più grande crisi di salute pubblica degli ultimi 100 anni inevitabilmente al centro di tutti i discorsi di tutti i leader.

L’Italia manda Di Maio, che interrompe la sua campagna elettorale per le oramai imminenti e totalizzanti elezioni amministrative. Draghi dovrebbe invece intervenire in collegamento da Roma, nello specifico in occasione degli incontri bilaterali.

Per gli Stati Uniti parla Joe Biden in persona, per il Regno Unito arriva Boris Johnson, mentre Russia e Brasile (tradizionalmente il primo Stato a parlare) fanno saltare il tavolo delle regole e ritengono inammissibile che nel salone centrale venga consentito l’accesso esclusivamente al personale vaccinato.

È già battaglia insomma e, esattamente come delle trappole, le polemiche sono già predisposte.

Con l’ulteriore aggravante di uno scenario geopolitico in fiamme e della politica estera di ciascuno agitata da Afghanistan e Medio Oriente, da Iran e Corea del Nord, nonché naturalmente dalla vera sfida del secolo:
Usa contro Cina.

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