Nancy Pelosi nella storia, atterra a Taipei (contro Biden): politica estera, gli Usa sono in crisi?

Nancy Pelosi nella storia, atterra a Taipei (contro Biden): politica estera, gli Usa sono in crisi?
di Luca Marfé
Martedì 2 Agosto 2022, 17:18 - Ultimo agg. 3 Agosto, 07:58
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Il terrorista più ricercato del mondo e la benzina sul fuoco della politica estera: la verità è che gli Stati Uniti di Joe Biden sono in crisi.

Al-Zawahiri è stato ucciso a Kabul da un drone della CIA, la guerra in Ucraina continua imperterrita al fianco di Kiev e, quasi come se non bastasse, Washington apre pure il fronte Taiwan contro la Cina.

Oggi infatti, nella capitale Taipei, va in scena il grande giorno della visita ufficiale di Nancy Pelosi. La prima di una portavoce da 25 anni a questa parte.

Nancy Pelosi rivendica che la sua visita a Taiwan «non contraddice in nessun modo la politica adottata da tempo dagli Stati Uniti». «Gli Stati Uniti continuano ad opposti a sforzi unilaterali per cambiare lo status quo», ha aggiunto la Speaker nella dichiarazione diffusa dal suo ufficio subito dopo il suo atterraggio all'aeroporto di Taipei. «Le nostre discussioni con i leader di Taiwan si concentreranno sul riaffermare il nostro sostegno ai partner e promuovere i nostri comuni interessi, compreso l'avanzamento di un Indo Pacifico libero», prosegue la dichiarazione. «La solidarietà con i 23 milioni di abitanti di Taiwan è più importante oggi che mai mentre il mondo deve fronteggiare la scelta tra autocrazia e democrazia», conclude la leader democratica.

«Gli Stati Uniti non si faranno intimidire» dalla retorica bellicosa della Cina dopo l'arrivo a Taipei della presidente della Camera dei rappresentanti Nency Pelosi, ha poi ribadito il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby alla Cnn, sottolineando che non ci è alcuna violazione alla sovranità della Cina. È «importante» che Pelosi abbia «l'opportunità» di visitare Taiwan, è un suo «diritto». «Ovviamente, terremo d'occhio da vicino la situazione.

Ma non c'è motivo per cui questa visita scateni una crisi, un conflitto o diventi un pretesto che i cinesi potrebbero sfruttare per organizzare una sorta di azione militare», ha detto Kirby. La visita di Pelosi a Taiwan «è totalmente coerente» con la politica americana e ha tra gli obiettivi quello di «riaffermare l'impegno degli Stati Uniti ad aiutare Taiwan con la sua autodifesa». Kirby ha aggiunto «ancora una volta, non c'è motivo per cui questo esploda in conflitto. Non ci sono cambiamenti nella nostra politica».

Nonostante un decisionismo persino sfacciato, però, le incognite sono comunque ancora troppe.

Troppe tensioni, con Xi Jinping e con la sua amministrazione, naturalmente.
Ma anche con la stessa Casa Bianca, con un presidente Biden assai poco convinto, per non dire e per non scrivere apertamente contrario.

E con la “speaker” della Camera che, paradosso dei paradossi, incassa il sostegno pieno di una nutrita pattuglia di repubblicani che almeno in questo sono rimasti fedelissimi alla dottrina Trump, da sempre dichiaratamente fan dell’indipendenza assoluta dell’isola.

Insomma, un groviglio di attriti e di contraddizioni. E soprattutto di rischi.

Perché Pechino di interferenze proprio non ne vuole e dunque già alza la voce della sua propaganda, addirittura con tanto di minacce militari annesse.

E perché lo scacchiere a stelle e strisce appare oramai in fiamme in davvero troppi punti.
Al punto, e attenzione qui, da non sembrare affatto una coincidenza.

Gli Esteri per distrarre dagli Interni.

Con un’inflazione che sfiora la doppia cifra del 10%, ai suoi massimi negli ultimi quarant’anni.
Con lo spettro della recessione in buona sostanza materializzato, dopo due trimestri consecutivi di Pil che arretra.
E con le incognite allarmanti e vaste di immigrazione, criminalità e sicurezza.

Piccolissimo particolare a margine: a novembre si vota.

E si allunga la schiera degli analisti politici che, anche a sinistra, prevede per le elezioni di midterm un autentico tracollo dei democratici.

Per farla breve: dietro tanta forza, e tanti muscoli ostentati, si nasconde tanta e tanta debolezza.
Crisi, appunto.

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