Von der Leyen: «Il destino della Polonia è in Europa». Ma Varsavia replica: «Abbiamo combattuto il terzo Reich, no ai ricatti»

Von der Leyen: «Il destino della Polonia è in Europa». Ma Varsavia replica: «Abbiamo combattuto il terzo Reich, no ai ricatti»
Martedì 19 Ottobre 2021, 10:37 - Ultimo agg. 18:17
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È in corso a Strasburgo il dibattito all'Europarlamento sull'incidente causato dalla Polonia allo stato di diritto. La decisione della Corte polacca di riaffermare la prevalenza del diritto interno rispetto a quello europeo, infatti, ha creato forte tensione a Bruxelles, tanto che si è parlato di una Polexit e della possibilità di imporre a Varsavia pesanti sanzioni, ma le parole pronunciate ieri dal premier Mateusz Morawiecki hanno aperto la strada ad una possibile pacificazione.

Intervenendo all'Europarlamento, il primo ministro polacco ha affermato: «Per noi è una scelta di civiltà l'integrazione europea, noi siamo qui, questo è il nostro posto e non andiamo da nessuna parte, vogliamo che l'Europa ridiventi forte, ambiziosa e coraggiosa». 

Morawiecki però si è detto contrario ad «un'Europa dei doppi standard», aggiungendo che «le regole del gioco devono essere uguali per tutti e non è ammissibile che si parli di sanzioni».

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal canto suo, ha replicato: «Siamo preoccupati per la recente sentenza della Corte costituzionale polacca che mette in discussione la base della Ue e costituisce una sfida diretta all'unità degli ordinamenti giuridici europei». 



«Il destino della Polonia è l'Europa», ha convenuto la numero uno di Bruxelles, ribadendo: «Non permetteremo che i valori Ue siano messi a rischio».

La Commissione Ue - ha poi ricordato - ha una serie di strumenti per agire, ad esempio le procedure di infrazione, il meccanismo di condizionalità ed altri strumenti finanziari. E poi c'è l'articolo 7, che von der Leyen definisce «uno strumento potente su cui dobbiamo tornare» e prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all'Unione europea in caso di violazione grave e persistente dei principi sui quali poggia l'Unione. 

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