Cina, alle prese con l'allarme demografico: nel 2022 la popolazione è diminuita di ben 850 mila persone

Il declino demografico in Cina preoccupa enormemente il governo di Pechino

il presidente Xi
il presidente Xi
di Franca Giansoldati
Martedì 17 Gennaio 2023, 10:28 - Ultimo agg. 17:00
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Il declino demografico in Cina preoccupa enormemente il governo di Pechino. I dati che sono stati appena diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica mostrano numeri mai visti prima: la popolazione l'anno scorso è diminuita di 850.000 unità, arrivando a conteggiare un totale di 1 miliardo e 411 mila abitanti. Un calo vistoso come non si vedeva da decenni che genera, a detta di analisti e accademici, un cambiamento a lungo termine anche per l'economia nazionale (e globale), tanto che la notizia sull'andamento demografico cinese era ospitata nelle prime pagine dei quotidiani economici più influenti, a cominciare dal Financial Times.

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L'opinione corrente è di considerare la nazione più popolosa del mondo come fonte cruciale di manodopera e di consumi, praticamente un volano per la crescita dell'economia cinese e mondiale.

Secondo gli esperti il calo demografico è irreversibile ed è l'effetto della politica del figlio unico a lungo imposta ai cittadini dal partito. Il declino ufficialmente ha segnato una svolta l'anno scorso visto che i decessi hanno superato i nati, benchè i veri segnali siano riconducibili già al 2018. In Cina è in corso un dibattito sull'impatto che avrà l'introduzione sistematica della automazione e della intelligenza artificiale nel settore industriale, in modo da compensare nell'arco di dieci anni il numero dei lavoratori.

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Tra i dati dell'Ufficio nazionale di statistica anche quelli relativi al valore aggiunto della produzione industriale che nel 2022 è aumentata del 3,6 per cento. I numeri rispecchiano quantitativamente le attività delle miprese con un fatturato annuo di almeno 2,98 milioni di dollari. Inoltre la produzione industriale e' aumentata dell'1,3 per cento nel mese di dicembre e dello 0,06 per cento a novembre.

Il partito comunista negli anni passati ha attuato una serie di misure in risposta all'invecchiamento della popolazione e all'aumento del costo della vita, tra cui l'allentamento della politica sul numero dei figli (fino a quota tre), un piano di incentivi sui costi associati all'istruzione e all'educazione, nonché sussidi per il secondo e il terzo figlio. Inoltre è stato introdotto il periodo di "ripensamento" obbligatorio per i divorzi e una stretta sugli aborti. Tutte le misure, tuttavia, hanno avuto allo stato un impatto limitato sull'aumento delle nascite. 

La crisi demografica per la Cina potrebbe diventare un problema serio e ostacolare il cammino previsto dal partito per fare uscire tutti dalla povertà e garantire un livello accettabile di benessere diffuso. In pratica potrebbe diventare vecchia prima di diventare ricca, con una riduzione della popolazione in eta' lavorativa e pressioni sempre piu' forti sul sistema previdenziale e sull'economia, cresciuta solo del 3% nel 2022. Si tratterebbe del risultato peggiore dalla morte di Mao Zedong, nel 1976, se si esclude il crollo dell'economia nel 2020, quando la crescita si arresto' al 2,2% nel primo anno della pandemia di Covid-19.


L'invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite hanno contribuito al rallentamento economico di Corea del Sud e Giappone, e il dato diffuso oggi potrebbe spianare la strada al sorpasso dell'India sulla Cina in termini di popolazione gia' a partire da quest'anno. All'orizzonte non sembrano intravedersi soluzioni per contrastare il trend che si sta affermando: i rischi collegati al calo demografico avevano spinto, a ottobre scorso, il presidente cinese, Xi Jinping, a promettere maggiore sostegno da parte del governo per contrastare l'invecchiamento della popolazione, ma le politiche messe in campo finora non hanno prodotto i risultati sperati.

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