Putin, Kiev ha provato ad uccidere lo zar con un drone UJ-22: l'attentato con 30 blocchi di esplosivo C4

L'obiettivo sarebbe stato il parco industriale di Rudnevo, vicino Mosca, in cui avrebbe potuto esserci una visita di Putin

Bild: «Kiev ha provato ad uccidere Putin con un drone». L'operazione con 30 blocchi di esplosivo C4
Bild: «Kiev ha provato ad uccidere Putin con un drone». L'operazione con 30 blocchi di esplosivo C4
Mercoledì 26 Aprile 2023, 19:42 - Ultimo agg. 8 Maggio, 17:59
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Sarebbe stato destinato a Vladimir Putin in persona un drone carico di 17 chilogrammi di esplosivo fatto arrivare dai servizi segreti ucraini fino alle porte di Mosca, ma che è precipitato 20 chilometri prima di raggiungere l'obiettivo. La tesi, circolata sui media ucraini e rilanciata dalla tedesca Bild, ha come fonte un giornalista, Yury Romanenko, che afferma di avere stretti legami con gli 007 ucraini. Il tentativo di assassinare Putin risalirebbe a domenica scorsa. Lo stesso giorno in cui in una foresta 35 chilometri a est della capitale russa, vicino alla cittadina di Noginsk, sono stati ritrovati i resti di un drone spezzato in due. Le autorità di Mosca hanno detto che a bordo c'erano circa 18 chilogrammi di esplosivo. Una carica dunque simile a quella di cui parla Romanenko. E il ritrovamento è avvenuto non lontano dal parco industriale di Rudnevo, una zona economica speciale dove, afferma ancora il giornalista, il leader russo doveva recarsi in visita proprio quel giorno.

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L'attentato

Obiettivo del velivolo senza pilota, un UJ-22 di fabbricazione ucraina che avrebbe volato per centinaia di chilometri sul territorio russo eludendo le difese aeree, sarebbe stato dunque proprio lo zar.

Le autorità russe non hanno fatto commenti sulla provenienza del drone rinvenuto domenica, limitandosi a dire che un'inchiesta è in corso. Nessuna dichiarazione ufficiale è finora venuta nemmeno dal governo di Kiev, che del resto non ha mai rivendicato la paternità dei numerosi droni precipitati o abbattuti negli ultimi mesi sul territorio russo, mentre gli Usa sono notoriamente contrari ad attacchi di questo tipo, temendo una pericolosa escalation del conflitto. Mosca intanto oggi ha risposto al congelamento dei suoi capitali in Occidente riservandosi il diritto di avocare allo Stato la gestione di compagnie straniere che operano in Russia. Le prime ad essere colpite dal provvedimento, sulla base di un decreto firmato da Putin, sono state la tedesca Uniper e la finlandese Fortum, che gestiscono diverse centrali per la produzione di energia elettrica. Ma la lista potrebbe «allungarsi», ha avvertito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Si aggrava poi la guerra diplomatica tra Mosca e i Paesi occidentali. La Russia ha fatto sapere di aver espulso dieci diplomatici norvegesi in risposta ad un'analoga iniziativa presa da Oslo contro 15 funzionari dell'ambasciata di Mosca.

E questo dopo che nei giorni scorsi Berlino aveva annunciato la riduzione di 34 unità del personale diplomatico russo, con un'analoga reazione da parte della Russia. Ma l'episodio più inquietante è avvenuto a Nicosia, dove è andato a fuoco il Centro di Scienza e Cultura russo (l'istituto di cultura di Mosca).

Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, le fiamme sono state provocate dal lancio di bottiglie molotov contro l'edificio in quello che ha definito «un atto terroristico». Sul campo si assiste ad un timidissimo segnale di disgelo, con un nuovo scambio di prigionieri - 44 per parte - tra Russia e Ucraina.

Mentre tutti continuano ad aspettare l'inizio della controffensiva di Kiev, che secondo Yevgeny Prigozhin, capo della compagnia militare privata Wagner, scatterà dopo il 2 maggio, quando è prevista la fine di un'ondata di maltempo. Una nuova conversazione telefonica in cui due presunti oligarchi russi criticano pesantemente la dirigenza del Paese e l'intervento in Ucraina è stata invece diffusa da Current Time, la televisione di Radio Liberty.

I due interlocutori, che hanno entrambi smentito, sono identificati come Nikolai Matushevsky e Roman Trotsenko. «La Russia che amiamo così sinceramente è caduta nelle grinfie di alcuni stronzi», si sente dire una voce, mentre l'altra dà segni di approvazione. E poi aggiunge: «Tutto questo non può finire bene, finirà in un inferno con la gente che si ucciderà nelle strade di Mosca». 

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