Putin, in Russia referendum per tenere il presidente al Cremlino fino al 2036

Putin, in Russia referendum per tenere il presidente al Cremlino fino al 2036
Putin, in Russia referendum per tenere il presidente al Cremlino fino al 2036
di Giuseppe D’Amato
Venerdì 26 Giugno 2020, 01:11 - Ultimo agg. 07:30
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Oltre tutti i record o quasi. Se il referendum sugli emendamenti alla Costituzione verrà approvato dal popolo russo Vladimir Putin avrà la possibilità di rimanere al Cremlino fino al 2036. A conti fatti, considerando anche l’intermezzo in cui si era scambiato formalmente il posto di premier con il fedelissimo Dmitrij Medvedev dal 2008 al 2012, l’attuale presidente potrà restare al potere per ben 36 anni. In tal caso, più longevi di lui saranno stati solo gli zar Pietro il Grande (l’europeizzatore del Paese a cavallo tra ‘600 e ‘700) per ben 43 anni ed Ivan il Terribile (nel ‘500) per 37. In questa speciale classifica Vladimir Putin precederà niente meno che l’imperatrice Caterina II (nel ‘700) con 34 anni e Michele Romanov, il “padre” della casa regnante russa per 3 secoli, con 32. Di molto staccati si trovano i capi comunisti: Josif Stalin con 29 anni e Leonid Brezhnev con 18. 

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In quel lontanissimo e tesissimo 1999, quando il primo presidente post sovietico Boris Eltsin cercava disperatamente un successore, nessuno si sarebbe mai immaginato che quel “piccoletto” ex ufficiale del Kgb – allora sconosciuto - avrebbe determinato il destino del “gigante slavo” per decenni.

«Gli emendamenti costituzionali sono ancora più attuali alla luce degli ultimi eventi», ha ripetuto ieri l’amico di sempre Dmitrij Medvedev, ora vicepresidente del Consiglio di Sicurezza nazionale, al seggio elettorale 1448 della capitale. Troppe le sfide complicate che prossimamente il Paese dovrà affrontare. «Serve stabilità», è il messaggio recapitato ai russi. La fase della consultazione anticipata si tiene fino al 30 giugno in formato elettronico o ai seggi, il primo luglio sarà la volta del voto tradizionale. I seggi hanno una capacità ridotta: ogni ora possono votare da 8 a 12 elettori, poi sono previsti 10 minuti per la sanificazione. Si può anche richiedere di partecipare al referendum da casa senza spostarsi, con l’arrivo di un’urna mobile. Voto elettronico possibile, invece, a Mosca e nella regione di Nizhnyj Novgorod.

Numerosi sono i cambiamenti proposti alla Costituzione del 1993: oltre alla cancellazione dei mandati presidenziali fin qui espletati (il massimo consentito resta di due consecutivi) vi sono alcuni emendamenti di carattere socio-economico, altri di carattere legale con l’impossibilità di cedere territori a Paesi stranieri (leggasi questione della Crimea, la penisola contesa con l’Ucraina, o quella delle isole Curili con il Giappone) e con la superiorità della giurisprudenza federale su quella internazionale. Vi sono anche modifiche in cui viene espressa la “fede in Dio” in un Paese multiconfessionale e si segnala che i matrimoni possono essere contratti solo tra un uomo ed una donna. A proposito di quest’ultimo punto nelle settimane passate sui social sono diventati virali video di dubbio gusto.
 


La consultazione referendaria è iniziata giusto il giorno dopo la grandiosa parata militare sulla piazza Rossa in occasione del 75esimo anniversario per la Vittoria sul nazi-fascismo nella prima “finestra” temporale utile dopo la fine della pandemia e l’inizio delle vacanze estive in un momento in cui la popolarità di Vladimir Putin, stando ai sondaggi, è ai minimi storici. La Russia attuale - da tempo in crisi economica e troppo dipendente dal prezzo del petrolio - viene sempre più spesso paragonata dagli osservatori all’Urss brezhneviana, famosa per la sua stagnazione.

Le opposizioni anti-Cremlino hanno dichiarato più volte la loro contrarietà alle modifiche costituzionali proposte. Il gruppo per il “No” alla riforma ha protestato con la Commissione elettorale: ha segnalato di non aver avuto la possibilità di far sentire la propria voce ed ha denunciato il bombardamento mediatico in atto da mesi. Le consultazioni «meno trasparenti» in anni, è il giudizio di Grigory Melkonyants, capo del gruppo indipendenti di monitor “Golos”, secondo cui non è facile per gli scrutatori nemmeno identificare i votanti con le mascherine sul viso. Fortemente critico sul referendum il parere anche dell’ex oligarca Michail Khodorkovsky – fino al 2003 l’uomo più ricco del Paese prima di finire in galera per un decennio -, intervistato a lungo in mattinata da radio “Eco di Mosca”.
 

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