Ragazze italiane morte in Erasmus, la tragedia senza colpevoli: la Spagna chiude il processo dopo il decesso dell’autista del pullman

Tredici le vittime, tra cui sette italiane. In una lettera l’amarezza dei familiari

Ragazze italiane morte in Erasmus, la tragedia senza colpevoli: la Spagna chiude il processo dopo il decesso dell’autista del pullman
Ragazze italiane morte in Erasmus, la tragedia senza colpevoli: la Spagna chiude il processo dopo il decesso dell’autista del pullman
di Elena Marisol Brandolin
Venerdì 28 Aprile 2023, 00:18 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:54
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La presidente del Tribunale numero 1 di Tortosa, in provincia di Tarragona, ha archiviato il caso sull’incidente stradale del 2016, a Freginals, dove morirono 13 studenti Erasmus, tra i quali sette giovani italiane che avevano tra i 22 e i 25 anni di età. Atto scontato, dopo che è stato accertato che l’unico imputato, l’autista del pullman, Santiago Rodrìguez Jiménez, di 62 anni, sul quale viaggiavano le vittime, era morto per infarto lo scorso 5 di aprile. La magistrata ha dichiarato estinta la responsabilità penale del conducente, sottolineando tuttavia come sia possibile ancora intentare causa civile nei confronti dei suoi eredi.

LA LETTERA

La richiesta di pena del pubblico ministero per l’autista della corriera, accusato di 13 omicidi colposi e 42 casi di lesioni colpose, era di quattro anni di detenzione. Finché Rodríguez Jiménez non è morto all’inizio di aprile, e le famiglie delle vittime hanno firmato una lettera in cui prendevano atto con amarezza di come si fosse consumata la vicenda giudiziaria senza l’emissione di alcun verdetto. Dopo varie dichiarazioni contraddittorie rilasciate nel corso degli anni, l’autista aveva recentemente acconsentito al patteggiamento, ma la decisione non era ancora stata ratificata dal giudice per il lungo sciopero che in Spagna aveva interessato i segretari giudiziari.

L’incidente era accaduto il 20 marzo del 2016 poco prima delle sei del mattino, sull’autostrada AP-7, all’altezza della località catalana della provincia di Tarragona. Il pullman apparteneva all’azienda Autocares Alejandro, di Mollet del Vallés, nel barcellonese. Trasportava 57 persone che tornavano da Valencia, dopo avere assistito alla festa de las Fallas, ed erano dirette a Barcellona. A un certo punto il conducente ha perso il controllo del mezzo, sbandando da un lato all’altro della carreggiata, fino a ribaltarsi e investire un’altra macchina, i cui due passeggeri sono rimasti feriti.
Nell’incidente hanno perso la vita Valentina Gallo, fiorentina di 22 anni, Elena Maestrini, ventunenne di Bagno di Gavorrano (Grosseto), la ventitreenne Serena Saracino di Torino, Francesca Bonello, genovese di 24 anni, la friulana (Venzone) venticinquenne Elisa Valent, Lucrezia Borghi ed Elisa Scarascia Mugnozza.

In un primo momento, l’autista aveva riconosciuto di essersi addormentato, ma successivamente aveva ritrattato la versione.

La perizia effettuata sulla scatola nera ha, poi, dimostrato che c’erano stati importanti cambi di velocità come se il conducente fosse stato in preda a colpi di sonno. Sono stati esclusi guasti strutturali all’automezzo, mentre non si è mai venuti a capo del fatto se i freni fossero più o meno funzionanti, poiché il perito della procura di Amposta ha dichiarato che non era possibile accertarlo. Di certo, la società dei trasporti per cui l’autista lavorava, non aveva previsto per lui alcun sostituto, nonostante la lunghezza del viaggio e i tempi stretti della gita che prevedevano una guida ininterrotta di oltre 24 ore. Per questa ragione i familiari delle ragazze rimaste uccise hanno rivolto un appello all’Europa affinché disciplini il trasporto di persone secondo «regole uniformi di risarcimento del danno che valorizzino la vita e inducano a condotte prudenti».

NESSUN GUASTO 

I familiari delle vittime in questi sette anni hanno faticato a far decollare il processo. Il caso era stato archiviato per ben due volte, in quanto era stato escluso che l’incidente fosse dovuto a errori meccanici o a un atteggiamento imprudente dell’autista. Prima che l’Audiencia di Tarragona disponesse, nel 2018, la riapertura delle indagini, ordinando nuovi accertamenti per verificare se il conducente avesse avuto modo di riposare prima di intraprendere il viaggio. Finalmente, nel 2019, la giustizia catalana aveva accolto il terzo ricorso dei familiari delle vittime contro il nuovo tentativo di archiviazione, disponendo la necessità di un processo per stabilire le responsabilità della strage: una decisione accolta con soddisfazione dalle famiglie, che si erano battute per ottenere giustizia. La morte improvvisa dell’autista, che sembra non si fosse mai ripreso del tutto dai fatti di quella drammatica mattina di sette anni fa, ha chiuso ogni possibilità di fare piena luce sull’accaduto. «Ci resta solo la notizia che l’autista avrebbe patteggiato», scrivono mestamente i familiari. E questa «è la nostra unica non sentenza».

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