Rania di Giordania all'Europa: «Non rispettare i profughi siriani può alimentare estremismo islamico»

Rania di Giordania all'Europa: «Non rispettare i profughi siriani può alimentare estremismo islamico»
di Giulia Aubry
Venerdì 18 Settembre 2015, 14:59 - Ultimo agg. 17:48
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Rania, la bella regina di Giordania, parla a Berlino in favore dei profughi siriani, nel corso del suo discorso di accettazione del premio Walter Rathenau per il suo impegno in politica estera. E avverte l'Europa (o forse l'ammonisce) sui rischi connessi a un atteggiamento di chiusura o segregazione nei loro confronti.


«Chiudere le porte ai rifugiati e non mostrare compassione nei loro confronti potrebbe contribuire a creare una nuova generazione di disillusi», ha suggerito Rania ai 400 politici e diplomatici tedeschi, inclusa la Cancelliera Angela Merkel, riuniti al Ministero degli affari esteri. E una generazione di giovani emarginati può diventare il terreno fertile su cui movimenti estremisti e terroristi fondamentalisti possono facilmente lavorare per il reclutamento di militanti e combattenti.



In realtà prima della quarantacinquenne regina di Giordania già altri osservatori internazionali, di fronte alle immagini dei profughi siriani respinti con lacrimogeni e getti d'acqua in Ungheria, avevano paventato il rischio di una deriva in tal senso. Anche il protrarsi della permanenza delle famiglie e dei singoli nei paesi balcanici, dove da tempo si sospetta l'attività di network jihadisti, in un contesto complesso come quello attuale può rappresentare un'opportunità per indottrinamento e reclutamento.



Rania parla sulla base della sua esperienza e di quella del suo paese che, secondo i dati delle Organizzazioni internazionali, al momento ospita Un milione e quattrocentomila rifugiati. Respingere i profughi, oppure ospitarli ma senza rispettarne i diritti basilari, può rivelarsi estremamente dannoso. Allo stesso modo può essere pericoloso confondere, come di fatto sta avvenendo a livello di discorso politico e opinione pubblica, i termini "migranti" e "rifugiati".



Proprio questa confusione, infatti, getta benzina sul fuoco sugli estremismi interni ai paesi ospitanti pronti a contrapporsi, anche in maniera violenta, a chi fugge dalla guerra e ha diritto all'asilo.Rania si è poi complimentata con la Merkel, cui ha riconosciuto il recente impegno a gestione di quella che ha definito una delle «più grandi crisi internazionali di sempre». Ma le sue parole hanno sicuramente aperto un nuovo fronte nella riflessione collettiva europea sui futuri sviluppi della questione dei profughi siriani.