Il triste destino di Rayan caduto nel pozzo:
ha lottato come Alfredino ma è morto

Il triste destino di Rayan caduto nel pozzo: ha lottato come Alfredino ma è morto
di Erminia Voccia
Domenica 6 Febbraio 2022, 11:03 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 07:14
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Il piccolo Rayan viene avvolto in una coperta gialla dagli uomini dei soccorsi. Esplode la gioia della folla radunata attorno al pozzo. Ma quando il bimbo viene recuperato, è già morto. Persino il re del Marocco, Mohammed VI, esprime le proprie condoglianze alla famiglia. Rayan, martedì scorso, era caduto in un pozzo, precipitando a 32 metri di profondità, non troppo lontano dalla città di Bab Berred, nella provincia di Chefchaouen, in Marocco. Il pozzo ha un diametro di circa 45 centimetri, tuttavia, scendendo, la larghezza si riduce fino a meno di 20 centimetri, così è impossibile che un soccorritore adulto possa calarsi facilmente. Era stato il pianto del bimbo, appena 5 anni, proveniente da sottoterra, a richiamare l'attenzione.

Rayan martedì stava giocando intorno al pozzo che il papà era intento a sistemate ed era scomparso da un po' dalla vista dei genitori. Appena è stato chiaro l'accaduto sono state allertate le autorità.

I soccorritori sabato pomeriggio sono arrivati molto vicini al bambino, dopo aver lavorato senza sosta per giorni. Come ha raccontato un responsabile delle operazioni di recupero, gli uomini della protezione civile sono stati costretti a scavare con le mani nell'ultimo tratto, il più delicato, perché, mentre allargavano il varco aperto per raggiungere il piccolo Rayan, la roccia ha cominciato a franargli addosso. Nel tardo pomeriggio di sabato i centimetri di terreno da abbattere erano ancora 40. Secondo le stime, da quel punto, l'operazione avrebbe richiesto almeno due ore. Solo allora, dopo quest'ultimo forzo, i soccorritori hanno potuto estrarre il corpo di Rayan. Poteva crollare tutto in qualsiasi momento, ecco perché era necessario procedere con estrema cautela. Il problema non è stato solo il terreno che poteva franare, ma anche la possibilità di trovare la roccia. La tv statale marocchina, che ha seguito minuto per minuto la vicenda, ha raccontato che sarebbe stata proprio una barriera di roccia a ostruire il passaggio e a costringere i soccorritori a deviare gli scavi. Durante la notte tra venerdì e sabato, si è scavato in verticale fino a quasi 30 metri di profondità, poi si è andati avanti in orizzontale. La tv nazionale ha riferito anche che la protezione civile era riuscita a localizzare il bimbo grazie a un tunnel di accesso scavato da un fosso ricavato sul versante della montagna.

 



C'erano anche i medici nel tunnel, il bambino da sabato pomeriggio non era più cosciente, ma era ancora vivo. «È molto difficile capire come possa stare, ma abbiamo una grande, grande, grande speranza di salvarlo», aveva detto ancora un soccorritore in serata. Rayan ha ricevuto acqua e cibo attraverso un sondino; ossigeno grazie a una maschera; la sua salute veniva monitorata costantemente, ma era diventato complicato conoscere esattamente le sue condizioni. Il bimbo si era sdraiato su un lato e la telecamera appoggiata al terreno non permetteva più di vederlo bene. Attorno al pozzo dove è precipitato Rayan era stato allestito un cordone di sicurezza. C'erano un elicottero e un'ambulanza pronti a essere mobilitati immediatamente per trasportarlo in ospedale. Mentre calava la notte e la temperatura si abbassava (in questa zona del Marocco in inverno le notti sono abbastanza rigide), le preghiere aumentavano e si sentiva sempre più forte la frase «Resta in vita, Rayan, resta in vita», dalle voci di chi era accorso per dare una mano, per seguire da vicino le operazioni di recupero e prestare incoraggiamenti o per morbosa curiosità. La famiglia del bimbo aveva preparato cibo, c'era anche chi distribuiva pane e datteri. L'hashtag #SaveRayan scritto in arabo è diventato virale in tutta la regione del Nordafrica, e oltre.

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