Quasi una persona su cinque in Inghilterra è immune al Covid-19. È quanto rilevano i dati dell'Office for National Statistics (Ons), che indicano come circa il 19 per cento della popolazione abbia sviluppato gli anticorpi al virus. La rilevazione, che fa riferimento ad un periodo di 28 giorni antecedente il 1 febbraio, suggerisce che le persone immuni abbiano contratto l'infezione o siano state vaccinate.
Our data shows #COVID19 antibody positivity rates have increased across the UK.
The effects of the UK vaccination programmes have started to show, however their full impact is yet to be seen https://t.co/XNDWWe4skH pic.twitter.com/6jcGaLPkox— Office for National Statistics (ONS) (@ONS) February 16, 2021
Il livello di immunizzazione è più che raddoppiato rispetto al precedente dato del 9 per cento, che faceva riferimento ai 28 giorni antecedenti il 7 dicembre. I dati sull'immunizzazione di massa giungono all'attenzione del governo, mentre il premier Boris Johnson si prepara la prossima settimana ad illustrare la sua strategia di uscita dal lockdwon e dalle restrizioni imposte a causa della pandemia.
A Londra l'immunizzazione sfiora un quarto della popolazione.
Secondo i dati aggiornati al 14 febbraio, 15.300.151 persone in tutto il Regno Unito hanno già ricevuto la prima dose del vaccino, mentre 539.630 persone hanno ricevuto anche la seconda dose. La proporzione di popolazione con anticorpi per il coronavirus è significativamente inferiore nelle altre parti del Regno Unito: in Galles e Irlanda del Nord è di circa il 14 per cento, mentre in Scozia il valore è del 12 per cento.
Molto interessante anche la distribuzione dell'immunizzazione in base alle età che mostrerebbe l'effetto vaccino in corso.
The highest percentage of antibody positivity by age group varies across the UK.
We’ve provided analysis on antibody levels across England, Wales, Northern Ireland and Scotland https://t.co/nkXxu7FiDl pic.twitter.com/YLBojmXuSH— Office for National Statistics (ONS) (@ONS) February 16, 2021
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Cosa dicono i dati
Il monitoraggio è stato condotto sulle famiglie private ed esclude le persone in ospedali e case di cura. Sono state eseguite le analisi del sangue prese da un sottocampione selezionato a caso di individui di età pari o superiore ai 16 anni. «Ci vogliono dalle due alle tre settimane dopo l'infezione o la vaccinazione perché il corpo produca abbastanza anticorpi per combattere l'infezione. Gli anticorpi rimangono nel sangue a bassi livelli, anche se questi livelli possono diminuire nel tempo al punto che i test non possono più rilevarli», si legge sul sito britannico dell'Ons. «Avere gli anticorpi può aiutare a prevenire un nuovo contagio. Misuriamo la presenza di anticorpi per capire chi ha avuto il coronavirus (COVID-19) in passato e l'impatto delle vaccinazioni. Una volta infettati o vaccinati, la durata del tempo in cui gli anticorpi rimangono a livelli rilevabili nel sangue non è completamente nota. Inoltre non si sa ancora come avere anticorpi rilevabili, ora o in passato, influenzi la possibilità di contrarre nuovamente il Covid-19», si legge ancora.