Gb, spende tutti i risparmi dei genitori mentre loro sono in viaggio: condannata a 3 anni

Foto: Pixabay
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Sabato 18 Novembre 2017, 19:49 - Ultimo agg. 20 Novembre, 01:42
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Ha speso tutti i risparmi dei genitori mentre loro erano in vacanza, e ora dovrà passare 3 anni in carcere. Melissa Humphreys, 33enne di Colchester, in Inghilterra, è stata condannata per aver defraudato circa 180mila sterline, tutti i beni dei genitori, che erano partiti per un viaggio di quattro anni in camper per l'Europa. Il viaggio dei loro sogni, dopo il pensionamento. Al loro ritorno a casa hanno scoperto che tutti i soldi risparmiati in una vita di lavoro erano stati prosciugati dalla figlia. La ragazza all'epoca aveva 21 anni e stava studiando per diventare consulente finanziario. Proprio per questo i genitori avevano deciso di lasciarle la responsabilità dei loro soldi, fidandosi della sua maturità. 

Per compiere il viaggio, la coppia aveva venduto una casa, saldato tutti i debiti, lasciato un conto intestato a Melissa e infine, nel 2006, erano partiti. I due si sono accorti che qualcosa non andava quando hanno cercato di pagare un volo all'altra figlia, Gail, per raggiungerli in Spagna, ma non c'erano abbastanza soldi nel loro conto. «Amo mia figlia, e non ha mai chiesto troppo. Non capisco come o perché ci abbia fatto questo», ha detto il padre di Melissa. 

I due hanno tagliato ogni ponte con la ragazza. Si sono rifatti una vita, senza di lei. Anche perché, oltre ad aver prosciugato i conti dei genitori, la figlia li ha minacciati più volte quando ha scoperto che i due l'avrebbero portata in tribunale. Secondo il difensore di Melissa, Steven Levy, «la responsabilità che le era stata lasciata era troppa per una ragazza di 21 anni. Non ci sono certo scuse per quello che ha fatto, ma ha usato il denaro come un meccanismo perverso per vivere le vite che non poteva permettersi di vivere». Quando le è stato chiesto come abbia speso tutti quei soldi, Melissa ha risposto che servivano «a mantenere il suo stile di vita e pagare le bollette». Il marito in quel periodo non aveva un lavoro, e lei si trovava in condizioni finanziarie disperate. 

Le indagini sono partite nel 2010, ma il processo è arrivato a conclusione solo adesso.
A sancire il verdetto è stato il giudice Patricia Lynch Qc, al tribunale di Chelmsford. Lynch ha spiegato che proprio le minacce successive ai fatti hanno rappresentato un'aggravante al suo comportamento, già inaccettabile. «Qui non si tratta solo di perdere tutti i soldi, ma di un'agonia protrattasi per anni, la vergogna di essere in debito. Del dolore che a causare tutto questo sia una figlia, che dopo averti fatto questo ti minaccia al telefono».
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