Per compiere il viaggio, la coppia aveva venduto una casa, saldato tutti i debiti, lasciato un conto intestato a Melissa e infine, nel 2006, erano partiti. I due si sono accorti che qualcosa non andava quando hanno cercato di pagare un volo all'altra figlia, Gail, per raggiungerli in Spagna, ma non c'erano abbastanza soldi nel loro conto. «Amo mia figlia, e non ha mai chiesto troppo. Non capisco come o perché ci abbia fatto questo», ha detto il padre di Melissa.
I due hanno tagliato ogni ponte con la ragazza. Si sono rifatti una vita, senza di lei. Anche perché, oltre ad aver prosciugato i conti dei genitori, la figlia li ha minacciati più volte quando ha scoperto che i due l'avrebbero portata in tribunale. Secondo il difensore di Melissa, Steven Levy, «la responsabilità che le era stata lasciata era troppa per una ragazza di 21 anni. Non ci sono certo scuse per quello che ha fatto, ma ha usato il denaro come un meccanismo perverso per vivere le vite che non poteva permettersi di vivere». Quando le è stato chiesto come abbia speso tutti quei soldi, Melissa ha risposto che servivano «a mantenere il suo stile di vita e pagare le bollette». Il marito in quel periodo non aveva un lavoro, e lei si trovava in condizioni finanziarie disperate.
Le indagini sono partite nel 2010, ma il processo è arrivato a conclusione solo adesso.
A sancire il verdetto è stato il giudice Patricia Lynch Qc, al tribunale di Chelmsford. Lynch ha spiegato che proprio le minacce successive ai fatti hanno rappresentato un'aggravante al suo comportamento, già inaccettabile. «Qui non si tratta solo di perdere tutti i soldi, ma di un'agonia protrattasi per anni, la vergogna di essere in debito. Del dolore che a causare tutto questo sia una figlia, che dopo averti fatto questo ti minaccia al telefono».