Russia, le nuove mappe geografiche: nelle carte le zone dell'Ucraina già occupate

Russia, le nuove mappe geografiche: nelle carte le zone dell'Ucraina già occupate
Russia, le nuove mappe geografiche: nelle carte le zone dell'Ucraina già occupate
di Marco Ventura
Giovedì 16 Giugno 2022, 11:00
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Il presidente cinese Xi Jinping cementa l'alleanza «senza limiti» con la Russia in una telefonata, la prima dal 25 febbraio il giorno dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, con il leader russo Vladimir Putin. Giusta l'occasione, il compleanno per i 69 anni di Xi, e non casuale la scelta dei tempi, se in questi giorni emerge il predominio russo nell'offensiva che ha portato alla conquista del Lugansk, a insidiare il Donetsk (di cui la Russia occupa una buona metà) e a consolidare l'occupazione nelle altre province meridionali di Kherson e Zaporizhia. Chi si aspettava una presa di distanze cinese è rimasto deluso. 

Nel riportare la telefonata di Putin i media cinesi puntano sull'appello di Xi a «tutte le parti a spingere in modo responsabile verso una soluzione adeguata della crisi ucraina» (e la Cina, aggiunge Xi, «è pronta a svolgere un ruolo»). Al tempo stesso, però, Pechino ribadisce «il sostegno reciproco con la Russia su questioni di sovranità e sicurezza». Per il Cremlino, il leader cinese avrebbe constatato la «legittimità delle azioni della Russia a protezione dei suoi interessi nazionali fondamentali a fronte dei problemi di sicurezza creati da forze esterne». Riferimento non esplicito ma eloquente all'ormai nota posizione della Cina, in linea con Putin, sulle responsabilità della Nato accusata di espansionismo, e a favore del multipolarismo.

Di qui la volontà espressa da Xi, stando ai media cinesi, di «spingere l'ordine internazionale e la governance globale verso un'evoluzione più giusta e ragionevole». 

Nessuna condanna dell'invasione russa, a dispetto dell'intangibilità dei confini, e nessuna incrinatura del patto tra Mosca e Pechino. L'interscambio commerciale di 147 miliardi di dollari nel 2020 pone già la Cina al primo posto tra i partner economici della Russia. Ed è prevedibile che Xi voglia rendere ancora più forte questo legame con la guerra in Ucraina. Al contempo, è interesse della Cina salvaguardare la globalizzazione e non perdere le opportunità di commercio con l'Occidente. Per questo, l'invalicabile (finora) linea rossa di Pechino consiste nel non sabotare le sanzioni occidentali contro Mosca, il che però non impedisce alla Cina di preservare tutti i principali contratti e affari con la Russia di Putin. Il Cremlino spiega che Putin ha potuto delineare nella telefonata con Xi le sue «valutazioni fondamentali sulla situazione in Ucraina e i suoi compiti assolti durante l'operazione militare speciale». 

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Le relazioni tra Russia e Cina, conclude il Cremlino, hanno raggiunto «un livello senza precedenti e migliorano costantemente». Tanto che i leader hanno concordato di «rafforzare la cooperazione nei settori energetico, finanziario e industriale alla luce delle illegali sanzioni occidentali». Xi si collegherà con il Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief), la Davos russa, e con lui l'egiziano Abdel Fattah al-Sisi. I capi di Stato attesi in presenza sono il bielorusso Lukashenko, il kazako Tokayev e l'armeno Khachaturyan. Sullo sfondo dei colloqui il lavoro sotterraneo per la fine della guerra. 

I russi starebbero accelerando l'annessione dei territori occupati e allo Spief sarebbe stata mostrata una mappa con una possibile divisione amministrativa nei prossimi 3-5 anni in base a distretti territoriali corrispondenti alle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia. Secondo fonti ucraine, i funzionari russi sarebbero ormai subentrati ai separatisti locali nel Donbass e avrebbero ridisegnato, fra l'altro, il sistema educativo sul modello russo. 

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