Dal 2014 la Russia rimuove Kiev
e l'Ucraina dai libri di scuola

Dal 2014 la Russia rimuove Kiev e l'Ucraina dai libri di scuola
di Mattia Ronsisvalle
Martedì 31 Maggio 2022, 10:34 - Ultimo agg. 26 Marzo, 16:59
5 Minuti di Lettura

Può Vladimir Putin cancellare l’Ucraina dalla storia? A quanto pare sì.
Dopo l’inizio dell’ «operazione militare speciale», ai dipendenti del gruppo Prosveshcheniye, uno dei più grandi e antichi editori di libri per le scuole del Paese russo, è stato chiesto di rimuovere i riferimenti riguardanti l’Ucraina e Kiev da tutti i testi scolastici. Il motivo? Per il Cremlino sono inappropriati.  A dare la notizia, l’organo di informazione indipendente russo Mediazona che ha appreso come gli editori abbiano eliminato l'Ucraina dai libri di storia, geografia e letteratura.

La 'tacita' censura

«Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina abbiamo ricevuto una direttiva, una sorta di tacito ordine, di ‘modificare e ridurre’ al minimo tutti i riferimenti sull’Ucraina e soprattutto su Kiev presenti sui testi scolastici» – a dichiararlo sono tre redattori della casa editrice Prosveshchenie (Illuminismo in russo, ndr.) che hanno chiesto di mantenere l’anonimato.

Lo staff ha poi spiegato che ogni dipendente deve firmare «un gran numero di accordi di non divulgazione» o rischia il licenziamento immediato. Secondo i redattori, da quando è scoppiato il conflitto, chiunque prenda una posizione contraria alla guerra - firmando petizioni, postando sui social network o partecipando a proteste - può essere licenziato.

In una nota interna di Prosveshchenie si legge che: «Siamo una casa editrice che stampa libri che influenzano le menti delle giovani generazioni. Vi preghiamo di astenervi dall'utilizzare i social media per esprimere un punto di vista diverso da quello ufficiale».

I redattori sanno che i vertici della casa editrice, volenti o costretti dal Cremlino, sono pronti a mettere in pratica le loro direttive. In passato, alcune persone sono state licenziate per le loro dichiarazioni politiche sui social network: uno dei redattori della sezione dei libri di testo di storia ha perso il lavoro per un post su Facebook.

«Nessuno vi ha obbligato a ottenere questo lavoro, quindi se non siete soddisfatti, sentitevi liberi di dimettervi» hanno comunicato dai piani alti della casa editrice.

Fonti di Mediazona sottolineano che nonostante il lavoro all’interno di Prosveshchenie possa essere delle volte pieno di ‘scartoffie’ il personale lo trova importante e gratificante e «per questo ha paura di perderlo».

Rus' di Kiev? No grazie.

Già dal 2014, anno in cui fu annessa la Crimea alla Russia, gli autori e i redattori dei libri di testo hanno cercato di menzionare l'Ucraina con la massima parsimonia e cautela possibile. Ad oggi, la guerra in Ucraina ha costretto gli editori a censurare «un ulteriore 15% di tutti i testi», secondo i redattori.

Ad esempio, qualche anno fa, è stato fortemente raccomandato di rimuovere la bandiera ucraina dai capitoli che descrivono l'araldica dei diversi Stati e di sostituirla con una bandiera di altri Paesi.

Ma facciamo un altro esempio: se in un capitolo si fosse parlato della capitale Kiev, il nome sarebbe stato sostituito con un nome inventato o di un'altra città.
«Un paio di volte abbiamo dovuto rimuovere anche la bandiera degli Stati Uniti, ma è più facile, perché il nostro programma presta poca attenzione alla storia mondiale» spiega un collaboratore di Prosveshchenie.

«Abbiamo il compito di far sembrare che l'Ucraina semplicemente non esista» specifica un membro dello staff della casa editrice russa che poi continua: «È estremamente problematico quando in un libro di testo non ci sono informazioni su un Paese. Un bambino cresce senza alcuna conoscenza di questo Paese se non attraverso la televisione che è controllata da Putin…».

Ora immaginatevi quanto sia impegnativo per chi lavora sui libri di testo di storia rimuovere i riferimenti all'Ucraina e a Kiev senza compromettere la qualità: una missione quasi impossibile.

Sottolineiamo che l’ideale, secondo il Cremlino, sarebbe quello di non menzionare affatto l’Ucraina.

Video

«Gli attuali libri di testo - racconta un amareggiato redattore - parlano di Kiev soprattutto nel contesto della Rus' di Kiev e della liberazione della città durante la Seconda guerra mondiale. Siamo liberi di descrivere come l'esercito sovietico ha salvato Kiev, ma l'Ucraina indipendente è fuori questione».

Daria (nome di fantasia di una redattrice di Prosveshchenie, ndr.) spiega che è riconosciuta la creazione della Rus' di Kiev ma che è chiamata semplicemente Rus': «Per quanto possa sembrare strano, abbiamo dovuto scrivere 'Il principe Vladimir ha battezzato la capitale’ invece di scrivere il nome Kiev».

Se pensate che tutta questa situazione sia bizzarra reggetevi forte: prossimamente la casa editrice pubblicherà un libro di testo senza il cognome dell'autore sulla copertina perché ucraino come la sua cittadinanza.
«È ancora possibile trovare il nome in caratteri piccoli sul retro, ma lo abbiamo rimosso dalla copertina per sicurezza», sottolinea un dipendente della casa editrice.

Secondo le direttive, i libri di testo dovrebbero essere rivisti ogni cinque anni per verificarne la pertinenza, ma dal 2014 le revisioni sono state molto più frequenti. «Bisogna capire - racconta il redattore Maxim (nome di fantasia, ndr.) - che i libri di testo di storia e studi sociali sono i libri più soggetti a censura di tutti: una volta che il pendolo oscilla, i testi vengono immediatamente modificati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA