Russia, il servizio federale Roskomnadzor prosegue la campagna di censura e blocchi

Russia, il servizio federale Roskomnadzor prosegue la campagna di censura e blocchi
di Mattia Ronsisvalle
Venerdì 24 Giugno 2022, 11:25 - Ultimo agg. 15:00
4 Minuti di Lettura

Il Servizio federale Roskomnadzor (Rkn), addetto al controllo dei mass-media in Russia, sta facendo parlare di sé in tutto il mondo per i suoi provvedimenti. Tra le diverse «vittime» figurano le stazioni radiofoniche e le reti private virtuali

L'obbligato silenzio dell'Eco

Sembrerebbe una vera e propria crociata quella intrapresa dal Roskomnadzor, il Servizio federale russo per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell'informazione e dei mass media.

La prima «vittima» è stata l’emittente russa l’«Eco di Mosca» chiuso ufficialmente il 3 marzo dopo 32 anni di attività. Secondo il dipartimento Rkn, il sito web della stazione radiofonica pubblicò informazioni «con appelli ad attività estremiste, violenza e informazioni deliberatamente false riguardanti le azioni del personale militare russo nell'ambito di un'operazione speciale per proteggere la Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Luhansk». Inoltre, secondo l'Ufficio del Procuratore Generale, «Ekho Moskvy» ha «intrapreso massicce violazioni dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica». Per le stesse ragioni è stata bloccata anche la stazione radio «Yandex.Zen».

La risorsa al bavaglio

Nella black-list dell'Rkn figurano anche i servizi Vpn come «NordVpn» e «Proton Vpn».
Una «rete privata virtuale» – acronimo inglese di Virtual Private Network - è un servizio che protegge la connessione internet e la privacy online. Come riporta l’agenzia di stampa russa Itar-Tass, l’Rkn ha deciso di bloccare i servizi Vpn attraverso un comunicato: «In conformità con la nostra legge sulle comunicazioni, aggirare il blocco di contenuti illegali è considerato un pericolo.

Il centro per il monitoraggio e il controllo delle reti pubbliche per le comunicazioni ha attuato misure per limitare l’operatività dei servizi Vpn in violazione della legge russa». 

Video

Ma dietro questa spiegazione si nasconde ben altro.

Le tecnologie delle reti private pubbliche consentono di accedere a fonti online locali/straniere e ai social-network, come Facebook e Instagram messi al bando da Mosca. In questo modo i cittadini russi sono riusciti ad aggirare i blocchi imposti dal Cremlino, comunicando con chiunque e in qualunque parte del mondo senza restrizioni o timori inerenti all’attività di monitoraggio. Una mossa all’insegna della tutela della privacy e della libertà di informazione. Non è un caso che l’impiego delle Vpn da parte del popolo russo abbia visto un aumento pari al 5.300% da quando è iniziata «operazione militare speciale» di Vladimir Putin in Ucraina.

L'occhio del Roskomnadzor

Conosciuto ai più con la sigla Rkn, il Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell'informazione e dei mass media è un'agenzia federale russa - posta sotto il controllo del Ministero dello sviluppo digitale, delle comunicazioni e dei mass media - che si occupa di monitorare e controllare l'accesso ai mezzi di comunicazione in Russia. Nato il 12 maggio del 2008, l’ente conta circa 2.500 impiegati nella sua sede di Mosca. Da chi fu istituito? Dall'ex Presidente della Federazione russa Dmitrij Anatol'evič Medvedev – in carica dal 2008 al 2012. Sì, proprio l’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca che nelle scorse settimane si è scagliato contro gli europei: «Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri, la risposta è che li odio. Sono bastardi e fanatici. Vogliono la morte per la Russia e finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA