Da qualche giorno a questa parte il Cremlino sta cercando di limitare l'accesso i social media. Questo appartiene ad un ampia missione di censura portata avanti dalla Russia per non far capire ai propri cittadini effettivamente come stanno realmente andando le cose in Ucraina. Per la prima volta nella storia dell' umanità si sta vivendo una guerra che viene costantemente combattuta anche sui social network. Le limitazioni alle comunicazioni imposte dalla Russia violano quello che, probabilmente, è uno dei principi fondanti dei diritti umani: la libera espressione. Quello che il Cremlino vuole intaccare è l'idea occidentale di libera informazione e democrazia. Mettere in crisi un sistema perfettamente rodato.
In tutto il mondo si sta cercando di aggirare la censura in modo da far sapere effettivamente alla popolazione russa la gravità dei crimini commessi in Ucraina. Lo Stato russo ha deciso, infatti, di bloccare i principali social media per evitare la diffusione di video e messaggi provenienti dal territorio ucraino. Il collettivo di Anonymous ha consigliato agli utenti di tutto il mondo di utilizzare Google Maps come arma per raccontare la verità.
Go to Google Maps. Go to Russia. Find a restaurant or business and write a review. When you write the review explain what is happening in Ukraine.
Idea via @Konrad03249040— Anonymous (@YourAnonNews) February 28, 2022
L'organizzazione ha infatti invitato ad andare sulla piattaforma, cercare ristoranti sul territorio russo e lasciare false recensioni nel quale vengono raccontati gli orrori della guerra in corso in Ucraina.
L'idea originale è stata attribuita ad un utente Twitter, probabilmente polacco. Anonymous ha persino proposto un “testo esempio”: «Il cibo era fantastico! Sfortunatamente Putin ci ha rovinato l’appetito invadendo l’Ucraina. Resistete al vostro dittatore, smettete di uccidere persone innocenti». Il messaggio si è diffuso a macchia d'olio avviando una vera e propria mobilitazione. Un modo come un altro per aggirare il tentativo dello Stato russo di non informare i propri cittadini e portare avanti una guerra (come vediamo attraverso le proteste per le strade di San Pietroburgo) che nessuno vuole.