A processo ex militante islamico: è accusato di aver costretto centinaia di donne alla schiavitù sessuale

Ex militante islamico accusato di aver costretto centinaia di donne alla schiavitù sessuale: al via processo
Ex militante islamico accusato di aver costretto centinaia di donne alla schiavitù sessuale: al via processo
Martedì 14 Luglio 2020, 17:12 - Ultimo agg. 17:49
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È cominciato il processo presso la Corte penale internazionale, che ha sede all'Aia, nei confronti di un ex militante islamico accusato di aver costretto centinaia di donne alla schiavitù sessuale. I pubblici ministeri chiedono una condanna severa per crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Al Hassan Ag Abdoul Aziz Ag Mohamed Ag Mahmoud, 42 anni, è stato trasferito più di due anni fa dal Mali, dove era detenuto dalla autorità locali.  L'ex combattente estremista è accusato di torture e di aver sostenuto una politica di matrimoni forzati che per la corte «ha portato a ripetuti stupri e schiavitù sessuale di donne e ragazze».

L'ex militante è stato anche accusato di persecuzione per motivi di genere, una mossa accolta - riferisce The Guardian - come un "passo storico". I presunti reati sono stati commessi durante un periodo di sei mesi quando la città malese di Timbuktu - in Africa - è stata occupata e governata da gruppi islamici radicali nel 2012 e 2013.
Al Hassan per tutta la prima parte dell'udienza, che è stata trasmessa in televisione, ha parlato in arabo.


 



Timbuktu è caduta in una coalizione di ribelli tuareg e fazioni militanti islamiste, tra cui al-Qaida nel Maghreb islamico e un gruppo locale chiamato Ansar Dine, a metà 2012.
I ribelli hanno imposto una versione dura della legge della sharia nelle aree sotto il loro controllo, vietando la musica, costringendo le donne a indossare il burqa, impedendo alle ragazze di frequentare la scuola e demolendo le tombe dei santi. Al Hassan si è unito ad Ansar Dine poco prima dell'occupazione della città e ha guidato una forza di polizia religiosa, affermano i procuratori del
 tribunale per crimini internazionali.


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Nato in un villaggio a nord di Timbuktu, Al Hassan è anche accusato di aver lavorato a stretto contatto con i tribunali religiosi istituiti dagli occupanti e di aver partecipato alla tortura dei detenuti. Gli estremisti si ritirarono da Timbuktu quando i soldati francesi avanzarono nel gennaio 2013. Al Hassan fuggì dal Mali; secondo i documenti del tribunale, in seguito si riunì ai suoi ex compagni e alla fine fu arrestato dalle truppe francesi dopo una battaglia nel nord del Mali.  I difensori di Al-Hassan hanno sostenuto che lui non aveva ruoli di primo piano e dunque il processo davanti alla Corte non è giustificato. 









 
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