Putin, figli in piazza con i genitori: «Zar, in trincea vacci tu». Incidenti e oltre mille arresti

Putin, figli in piazza con i genitori: «Zar, in trincea vacci tu». Incidenti e oltre mille arresti
Putin, figli in piazza con i genitori: «Zar, in trincea vacci tu». Incidenti e oltre mille arresti
di Cristiana Mangani
Giovedì 22 Settembre 2022, 06:42 - Ultimo agg. 08:24
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Saranno stati i tanti morti che questa guerra ha già causato, o forse la notizia che almeno 300 mila giovanissimi verranno richiamati alle armi, ma ieri, in ogni città della Russia sono scattate proteste e mobilitazioni. Gruppi spontanei sono apparsi un po' ovunque. Come di consueto per Mosca, il dissenso è vietato e sono scattate le manette. Negli ultimi mesi troppe famiglie hanno dovuto fare i conti con la perdita di un figlio, molto spesso proveniente dalle zone rurali del Paesi e, dunque, con meno possibilità di far sentire la propria voce. Troppe mamme stanno piangendo i loro figli. E ora il nuovo annuncio ha fatto riprecipitare la popolazione nella disperazione.
Ieri, subito dopo il discorso di Vladimir Putin, il presidente della commissione difesa della Duma, Andrey Kartapolov, ha chiarito che i riservisti non possono lasciare la loro residenza senza il permesso dei commissariati militari. Ed è scattata la protesta, contro la quale il governo russo ha schierato un massiccio dispositivo di sicurezza, che ha portato in poche ore a oltre 1000 persone arrestate in 38 città: genitori, ragazzi, gente comune. A riferirlo è Ovd-Info, una ong che registra le attività dell'opposizione e assiste legalmente i fermati.

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I VIDEO
Sui social circolano i video della protesta a Mosca, uno in particolare - sull'account Twitter di Nexta, il sito dell'opposizione bielorussa - in cui si vedono gli agenti che portano via di peso i dimostranti che scandiscono lo slogan «vita per i nostri figli», «Putin in trincea vacci tu». In un altro video c'è la polizia, in tenuta anti sommossa, che carica i dimostranti a San Pietroburgo, dove i manifestanti sono stati picchiati con i manganelli durante la detenzione.
Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha precisato che la mobilitazione per la cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina riguarderà per ora 300 mila riservisti e che non saranno chiamati studenti e soldati di leva. Ma, secondo il Moscow Times, gli avvocati specializzati in difesa dei diritti umani sottolineano che il decreto lascia spazio di manovra per richiamare più truppe di quanto dichiarato pubblicamente.
Un mese fa gli attivisti di Ovd avevano stimato in quasi 16.500 le persone fermate in Russia per aver protestato contro l'operazione in Ucraina.

La maggior parte dei fermi si era però registrata nel primo mese del conflitto, prima della legge che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere ritenute «false» dalle autorità, che vieta di fatto di criticare l'operazione militare. Ora la gente è tornata in strada, e in meno di un giorno sono state raccolte oltre 280.000 firme in una petizione online contro la mobilitazione. Tutti numeri che sono destinati ad aumentare. A queste si aggiunge il giro di vite sugli spostamenti interni alla Russia e sui casi di disobbedienza alla chiamata alle armi: misura scattate immediatamente proprio per prevenire una fuga di massa dagli obblighi militari.

 


GLI ELENCHI
La prima chiamata riguarderebbe uomini tra i 18 e i 26 anni. Il servizio di leva in Russia è obbligatorio. Toccherà ai comandi militari regionali compilare gli elenchi di coloro che verranno chiamati al fronte. Ogni soldato riceve attualmente un compenso mensile di circa 30.000 rubli, pari a circa 460 euro: un guadagno sufficiente per chi vive nelle zone remote del Paese ma non per i giovani delle grandi città. E chi violerà gli obblighi miliari rischierà fino a 15 anni di carcere.
 

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