Once Were Warriors, una volta erano guerrieri. Citazione cinematografica per una storia da film. Sepolti vivi, tremila anni fa, seppur con tutti gli onori. Un destino tragico che probabilmente (secondo le prime ipotesi) ha coinvolto un clan di guerrieri cinesi vissuti oltre tremila anni fa, e che affonda le radici in un rituale di drammatici onori e fasti. Con tanto di tombe riccamente decorate, impreziosite dalla presenza di carri e cavalli sacrificati, sembra, per assecondare la cerimonia del funerale. Una storia archeologica che sta facendo il giro dei media scientifici nelle ultime ore. Come riporta LiveScience, siamo di fronte ad un cimitero monumentale di 24 tombe intercettato in Cina, in un sito archeologico all'interno della città di Anyang nella provincia di Henan, a due chilometri e mezzo dal più famoso sito archeologico di Yinxu, patrimonio mondiale dell'Unesco.
Scoperto cimitero di guerrieri di 3000 anni fa sepolti vivi con i cavalli: la sorpresa in Cina
LA PRIMA DINASTIA
I resti riportati alla luce appartengono alla dinastia Shang, che regnò tra il 1600 a.C. circa e il 1046 a.C., ed è consioderata dagli storici la prima dinastia mai registrata in Cina. Quello che è stato riscontrato è che la pratica del "suicidio rituale" dei servi o del "sacrificio volontario" per essere sepolti vivi ai funerali dei loro padroni di alto rango, era comune nella dinastia Shang. «Il sacrificio umano sistematico e su larga scala ha funzionato come "spettacolo" politico e religioso nella dinastia Shang».
I CORREDI
Come riporta l'agenzia di stampa Xinhua del governo cinese, le decine di fosse funerarie ritrovate ospitano carri da guerra, resti di cavalli che probabilmente li trainavano, e sepolture di guerrieri.
IL CLAN MISTERIOSO
Kong Deming, il direttore dell'Istituto per le reliquie culturali e l'archeologia della città di Anyang ha commentato: «Questo è molto raro tra le antiche scoperte di Anyang, poiché riflette lo stato straordinario e il potere del proprietario del carro». Ma chi erano? Gli archeologi ritengono che l'antico sito fosse un importante centro di vita per un clan cinese chiamato "Ce". Lo rivelerebbe un'iscrizione in caratteri cinesi: «L'emblema del clan 'Ce' compare su molti dei bronzi trovati nel sito, quindi crediamo che il clan fosse attivo in questa zona», spiega Kong.