Spagna, fine dell'era Rajoy: è Casado il nuovo presidente del Partido Popular

Il neo presidente del Partido Popular Pablo Casado
Il neo presidente del Partido Popular Pablo Casado
di Paola Del Vecchio
Sabato 21 Luglio 2018, 16:55 - Ultimo agg. 20:46
2 Minuti di Lettura
MADRID - Trentasette anni, militante dai ventidue, per otto anni segretario delle Nuove Generazioni e poi vicesegretario e portavoce del Partido Popular: Pablo Casado si è imposto alla ex vicepremier Soraya Sanz de Santamaria nelle inedite primarie, che lo hanno eletto oggi nuovo presidente del Partido Popular. Con Casado, il partito conservatore dice addio a 16 anni di marianismo. La svolta generazionale segnata dall’elezione del successore di Mariano Rajoy,  che si è dimesso da ogni incarico ed è tornato a fare il notaio del catasto a Santa Pola, sulla costa di Alicante, dopo 30 anni di ininterrotta carriera politica, è completa all’indomani della mozione di sfiducia che ha portato il socialista Pedro Sanchez alla Moncloa. I

l giovane vicesegretario si è proposto come il candidato dell’unità – con un discorso liberale sul piano economico e molto conservatore su quello dei valori - rispetto alla Sanz de Santamaria, che ha centrato la campagna sulla sua esperienza come plenipotenziaria dei due successivi governi presieduti da Rajoy dal 2011. Casado ha ricevuto un’ovazione dei delegati riuniti nella sala Auditorium dell’Hotel Marriott di Madrid, con un discorso programmatico che ha fatto appello al cervello, ma anche alla pancia dei 3.082 delegati, per rivendicare quella che ha chiamato l’ideologia del centro-destra, sbiadita dalla gestione di Rajoy e Santamaria. E, con quella, la speranza e i voti dei tre milioni di elettori, che negli ultimi due anni sono emigrati dal partito conservatore al competitore Cudadanos di Albert Rivera, il Macron iberico.

L’erede di José Maria Aznar, che è stato due anni suo capo di gabinetto, ha vinto quella di Rajoy con il 57,2% dei voti, rispetto al 42% di Soraya Sanz de Santamaria. La sua vittoria rappresenta una svolta a destra, data la sua posizione contro i matrimoni gay o l’eutanasia e il ritorno, auspicato nell’intervento programmatico davanti al conclave dei Popolari, alla restrittiva legge dell’aborto del 1985. Nel suo primo discorso, già da presidente, ha annunciato «un nuovo contratto con la Spagna» che consenta di rafforzare la Costituzione e «una riforma del codice penale per combattere la sfida secessionista» della Catalogna, con una connessione alla «Spagna delle bandiere sui balconi», simbolo del nuovo nazionalismo statale. Fra le sue proposte, quella di mettere fuorilegge i partiti indipendentisti, secondo il criterio che è meglio prevenire che curare.

Casado dovrà dimostrare ora di essere capace di rinnovare il Pp precipitato ai minimi storici e affondato dagli scandali di corruzione, e di riportarlo alla vittoria alle politiche del 2020.  Privo di esperienza gestionale, ha teso una mano alla rivale sconfitta, per integrarla nel nuovo progetto unitario. Ma non sarà facile, dopo le profonde fratture con incroci di squalificazioni emerse durante la campagna delle primarie.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA