Stragi naziste, ecco chi sono gli otto ergastolani liberi in Germania

Stragi naziste, ecco chi sono gli otto ergastolani liberi in Germania
Lunedì 6 Marzo 2017, 18:18 - Ultimo agg. 7 Marzo, 20:45
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Si assottiglia sempre di più, per ragioni anagrafiche, il numero degli ex criminali di guerra nazisti condannati all'ergastolo in Italia che non scontano la pena e vivono liberi in Germania: negli anni scorsi erano alcune decine di persone, ora sono solo otto, tutte ormai ultranovantenni. L'elenco è stato fornito dal procuratore generale militare della Repubblica presso la Corte militare di Appello, Antonio Sabino, nel corso della recente inaugurazione dell'anno giudiziario militare. Gli otto ex criminali di guerra sono stati condannati per alcune delle più gravi stragi compiute in Italia - da Marzabotto a Sant'Anna di Stazzema - ma, a seconda dei casi, l'estradizione ove richiesta non è stata concessa, nè è stata ritenuta ammissibile l'esecuzione della pena in Germania.

Tre sono i condannati per alcune delle stragi compiute nella primavera del '44 sull'Appennino tosco-Emiliano: gli allora sergenti Wilhelm Karl Stark, 96 anni, e Alfred Luhmann (92) e il capitano Helmut Odenwald (97), tutti inquadrati nella Divisione Corazzata 'Hermann Goering' della Wehrmacht responsabile degli eccidi commessi in diversi comuni. In particolare, i tre sono stati condannati all'ergastolo per l'eccidio compiuto a Monchio e in altre località del modenese, dove furono trucidate circa 150 persone, e per la strage di Vallucciole (Arezzo): oltre 100 gli uomini, donne e bambini uccisi per rappresaglia.

Odenwald deve rispondere anche della strage di Monte Morello in cui persero la vita sette cittadini di Sesto Fiorentino, rastrellati dai nazisti in una chiesa vicina, durante una messa, e poi fucilati. Per i tre ergastolani è stata inoltrata la richiesta di esecuzione della pena in Germania, ma non risulta pervenuta risposta. L'ex sergente delle Ss Wilhelm Kusterer, oggi 95enne, è stato condannato definitivamente all'ergastolo per le stragi di San Terenzo e Vinca (350 vittime civili, nel territorio di Massa Carrara) e per l'eccidio di Marzabotto: furono 770 le vittime del massacro sull'appennino bolognese compiuto tra il settembre e l'ottobre del '44, durante la 'ritirata del terrorè dalla famigerata 16/a Divisione SS 'Reichsfuhrer'. Nei confronti di Kusterer - l'anno scorso al centro di uno scandalo perchè insignito di un'onorificenza in Germania per il suo «impegno sociale», poi ritirata dopo alcuni mesi - era stato emesso il mandato di cattura europeo, ma la procura generale di Karlsruhe aveva rifiutato l'estradizione.

È stata quindi inoltrata richiesta di esecuzione della pena in Germania, che l'autorità giudiziaria tedesca ha respinto. Gerhard Sommer, 96 anni, è l'unico responsabile ancora in vita della Strage di Sant'Anna di Stazzema (Lucca), dove il 12 agosto del 1944 furono ammazzate 564 persone. Anche in questo caso c'è una richiesta di esecuzione della pena in Germania. Non risulta ancora una risposta ufficiale, ma l'esito appare scontato, tanto più che nel 2015 la procura di Amburgo ha archiviato il procedimento aperto nei suoi confronti ritenendolo non in grado di affrontare il processo. Negata l'esecuzione della pena in Germania anche per l'ex sergente Robert Johann Riss, 96 anni, condannato all'ergastolo per la strage del Padule di Fucecchio (Pistoia), dove nell'agosto '44 vennero trucidati 184 civili, in gran parte anziani, donne e bambini. Stesso esito per Hermann Langer, 98 anni, responsabile delle circa 60 vittime civili trucidate nel settembre '44 alla Certosa di Farneta (Lucca).


Infine, la strage di Cefalonia.
L'ex militare tedesco Alfred Stork, oggi 97enne, è stato condannato all'ergastolo per aver partecipato sull'isola greca alla fucilazione di «almeno 117 ufficiali italiani», nel settembre 1943. L'imputato, che si è sempre disinteressato del processo, ha rinunciato all'appello e la sentenza è diventata definitiva nell'ottobre 2014. È stato quindi emesso il mandato di arresto europeo ed è ancora in corso una corrispondenza con la Germania per la sua esecuzione, ma niente fa pensare che l'esito possa essere diverso rispetto a quello delle altre vicende. (ANSA).
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