Porta rubata al Bataclan, intercettata la banda. Forse compratore arabo

Porta rubata al Bataclan, intercettata la banda. Forse compratore arabo (foto Vitturini)
Porta rubata al Bataclan, intercettata la banda. Forse compratore arabo (foto Vitturini)
di Rosalba Emiliozzi
Domenica 14 Giugno 2020, 11:15 - Ultimo agg. 19:40
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Proseguono in Francia ma guardano anche in Medio Oriente le indagini sul furto della Ragazza in lutto, l’opera dello street artist Banksy realizzata nel giugno del 2018 su una porta del teatro Bataclan in ricordo delle vittime degli attacchi terroristici del 13 novembre 2015. Le ricerche, ora, si stanno concentrando sui ladri parigini, la gang che il 26 novembre di un anno fa con una smerigliatrice angolare staccò la porta d’emergenza, poi caricata su un furgone e fatta sparire nel nulla.

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E’ ricomparsa mercoledì scorso in un casolare sperduto a Sant’Omero, di proprietà di un albergatore di Tortoreto. Lei, la Radazza addolorata, era in buone condizioni, tirata fuori da una soffitta con un blitz di carabinieri e gendarmerie francese, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila. Tre gli indagati: due italiani (l’albergatore di Tortoreto, figlio di due emigranti italiani in Francia e il presunto mediatore che vive tra Tortoreto e Giulianova) e un magrebino 40enne di nazionalità francese, residente a Parigi, che avrebbe portato in Abruzzo l’opera camuffata con una tela imbratta di vernice a spruzzo. Tre (quasi) amici accumunati da un quadro di immenso valore simbolico e umano, con ruoli e responsabilità tutte da definire.
 
blitz, prima nel casolare di Sant’Omero, poi nella casa di Tortoreto dell’albergatore 50enne, ha partecipato anche un poliziotto francese che è intervenuto, nel 2015, nella strage del Bataclan: 90 vittime che salirono a 130 nella notte dell’orrore che sconvolse il mondo. L’agente è corso di nuovo a Parigi perché, dopo aver ritrovato e messo in sicurezza l’opera di Banksy (è custodita ad Ancona nel caveau della caserma carabinieri Nucleo tutela patrimonio culturale), ora sarebbero stati individuati i componenti della banda che ha compiuto il furto e a breve sono attesi sviluppi. Il furto avvenne sotto gli occhi delle telecamere che riprese la banda incappucciata mentre smontava la porta e la portava via.

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Sembrava perduta per sempre quando, un’operazione d’intelligence, l’ha fatta ritrovare in Abruzzo. L’aver prestato la propria casa come nascondiglio è costata una denuncia per ricettazione di opera d’arte a G. P., italiano di Tortoreto, in provincia di Teramo. L’uomo, assistito dagli avvocati Angelo Palermo e Luca Di Edoardo, si dice innocente: «Davvero è un’opera così importante? Ma era sopra un laminato - ha detto ha carabinieri che lo hanno interrogato subito dopo il blitz - Ho fatto solo un favore a un vecchio cliente, un magrebino che conosco da 4 anni, un giorno venne con un furgone e altri due, mi chiese se avevo un posto dove mettere la porta (il murales era celato da una tela verniciata), non ci ho trovato nulla di strano». Per un periodo l’opera Banksy venne sistemata a casa dell’albergatore a Tortoreto, poi a causa dei lavori nell’abitazione fu portata nel casolare. Sei mesi buttata là? Ma è davvero così? Gli investigatori stanno analizzando anche il viaggio a Parigi dell’indagato, ritornato la sera prima del blitz. L’attività di ricerca dell’opera si è sviluppata prima in Francia, poi in Italia. Il pm Davide Mancini ha delegato ai militari di Alba Adriatica l’indagine nei confronti dell’italiano.

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Esami tecnici, collegamenti telefonici con il magrebino e l’altro italiano 60enne, abitudini di vita e pertinenze da lui utilizzate hanno portato al casolare abitato da una coppia cinese con i figli (estranei ai fatti). Le indagini proseguono ora per capire dove la Ragazza in lutto era diretta, non si esclude che la provincia di Teramo fosse solo un luogo di passaggio, che il lockdown per il coronavirus ha allungato a dismisura, e che la destinazione finale fosse il Medio Oriente, ma non per motivi legati al terrorismo (una sorta di «scalpo», prova a ipotizzare un esperto di diritto internazionale») ma per motivi di arte, cioè la vendita a un eventuale compratore arabo sul mercato nero del collezionismo di opere rubate.

 
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