Barcellona - La segretaria di Stato dei Trasporti ed ex presidente di Adif, l’impresa statale che amministra le infrastrutture ferroviarie, Isabel Pardo de Vera e il presidente di Renfe, la compagnia ferroviaria spagnola, Isaías Táboas, hanno rassegnato lunedì scorso le dimissioni dal loro incarico in seguito allo scandalo dei treni disegnati troppo alti per entrare nelle gallerie, reso noto dalla stampa alla fine del gennaio scorso.
Treni troppo larghi non passano nelle gallerie
Dimissioni richieste a gran voce dalle Comunità autonome che si sono viste pregiudicate dall’errore di progettazione, Cantabria e Asturie, provocate e accolte dalla ministra dei Trasporti Raquel Sánchez nel tentativo di calmare le acque.
LE DIMISSIONI
Non è perciò stato sufficiente il sacrificio di due cariche intermedie di Renfe e Adif dei giorni scorsi per tamponare ciò che è stato definito “un pasticcio, una cosa raffazzonata” nelle parole di Miguel Ángel Revilla, presidente della Cantabria.
IL PROBLEMA
Nei primi mesi del 2021 il problema viene segnalato dall’impresa aggiudicataria, perciò Adif e Renfe dovevano esserne a conoscenza da tempo, per due anni la vicenda è stata messa a tacere. La ministra dei Trasporti, nominata alla guida del dicastero alcuni mesi più tardi e ufficialmente ignara della questione fino al momento della rivelazione giornalistica, riconosce il problema all’inizio di febbraio e promette un’inchiesta interna, tuttora non conclusa, per individuare le responsabilità dell’accaduto. Si studiano le possibili soluzioni. Viene scartata immediatamente l’ipotesi di ampliare i tunnel perché l’operazione richiederebbe molto più tempo, risultando assai costosa. Per evitare di restringere lo spazio interno dei treni per i passeggeri, si pensa allora di applicare il cosiddetto “metodo comparativo”, utilizzato in altri paesi ma mai in Spagna, secondo cui le nuove macchine replicheranno le dimensioni di uno dei treni in funzionamento, così da evitare nuovi errori e ridurre il più possibile i tempi di fabbricazione. Il disegno corretto sarà definito per l’estate. I primi treni nuovi saranno pronti nel 2026 e, fino ad allora, il ministero garantisce la gratuità dei servizi di trasporto ferroviario locale in Cantabria e Asturie, come richiesto dai rispettivi presidenti regionali, nonostante nel resto della Spagna questa misura si applichi fino alla fine del 2023. Inoltre, i nuovi treni saranno sette in più dei 31 originali e verrà nominato dal ministero un commissario per vigilare sul compimento del progetto.
Un pasticcio analogo a quello spagnolo era accaduto in Francia nel 2014. Allora erano stati fabbricati treni troppo larghi per passare sui binari delle stazioni più antiche. Ma siccome in quel caso i treni erano già stati costruiti, si dovettero modificare i binari, con costi aggiuntivi.
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