Treni troppo larghi non passano nelle gallerie, si dimette la sottosegretaria spagnola ai trasporti

Dopo l'acquisto dei convogli costretto a lasciare l'incarico il presidente di Renfe, la compagnia ferroviaria spagnola

Treni troppo larghi non passano nelle gallerie, si dimette la sottosegretaria spagnola ai trasporti
di Elena Marisol Brandolini
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 10:28 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 21:25
4 Minuti di Lettura

Barcellona - La segretaria di Stato dei Trasporti ed ex presidente di Adif, l’impresa statale che amministra le infrastrutture ferroviarie, Isabel Pardo de Vera e il presidente di Renfe, la compagnia ferroviaria spagnola, Isaías Táboas, hanno rassegnato lunedì scorso le dimissioni dal loro incarico in seguito allo scandalo dei treni disegnati troppo alti per entrare nelle gallerie, reso noto dalla stampa alla fine del gennaio scorso.

Cambiare sesso a 16 anni, svolta choc della Spagna. Alla stessa età diritto di aborto senza consenso dei genitori

Treni troppo larghi non passano nelle gallerie

Dimissioni richieste a gran voce dalle Comunità autonome che si sono viste pregiudicate dall’errore di progettazione, Cantabria e Asturie, provocate e accolte dalla ministra dei Trasporti Raquel Sánchez nel tentativo di calmare le acque.

LE DIMISSIONI

Non è perciò stato sufficiente il sacrificio di due cariche intermedie di Renfe e Adif dei giorni scorsi per tamponare ciò che è stato definito “un pasticcio, una cosa raffazzonata” nelle parole di Miguel Ángel Revilla, presidente della Cantabria.

I fatti, che raccontano “uno dei maggiori fiaschi ferroviari degli ultimi anni”, risalgono al 2020, quando Renfe s’impegna a rinnovare il parco macchine che transita sulla rete ferroviaria gestita da Feve con 31 treni nuovi, 21 destinati alla Cantabria e 10 alle Asturie, la cui immissione avrebbe dovuto ridurre l’età media di quelli circolanti dai 28 a 15 anni. Si tratta infatti di un’antica rete del secolo XIX, che presenta problemi da oltre due decenni, con treni che arrivano fino a 40 anni di attività, spesso a rischio di incidenti. L’impresa basca Caf si aggiudica l’appalto dei lavori di progettazione e costruzione dei treni per 258 milioni di euro, il contratto fissa in 220 mesi il tempo di esecuzione, fabbricazione e manutenzione. La Caf si accorge abbastanza presto dell’errore di Renfe nelle dimensioni indicate nella licitazione di gara: i treni sono infatti disegnati 20 centimetri più alti di quanto i tunnel della rete possano contenere, proprio perché in quella rete le gallerie sono più basse dell’abituale. E’ un errore di progettazione, le macchine non sono ancora state costruite, quindi non è stato speso neppure un centesimo. Ma ora i costi lieviteranno per risolvere il problema e ci sarà un ritardo di almeno un paio d’anni nella consegna, quando i primi treni nuovi sarebbero dovuti arrivare il prossimo anno.

IL PROBLEMA

Nei primi mesi del 2021 il problema viene segnalato dall’impresa aggiudicataria, perciò Adif e Renfe dovevano esserne a conoscenza da tempo, per due anni la vicenda è stata messa a tacere. La ministra dei Trasporti, nominata alla guida del dicastero alcuni mesi più tardi e ufficialmente ignara della questione fino al momento della rivelazione giornalistica, riconosce il problema all’inizio di febbraio e promette un’inchiesta interna, tuttora non conclusa, per individuare le responsabilità dell’accaduto. Si studiano le possibili soluzioni. Viene scartata immediatamente l’ipotesi di ampliare i tunnel perché l’operazione richiederebbe molto più tempo, risultando assai costosa. Per evitare di restringere lo spazio interno dei treni per i passeggeri, si pensa allora di applicare il cosiddetto “metodo comparativo”, utilizzato in altri paesi ma mai in Spagna, secondo cui le nuove macchine replicheranno le dimensioni di uno dei treni in funzionamento, così da evitare nuovi errori e ridurre il più possibile i tempi di fabbricazione. Il disegno corretto sarà definito per l’estate. I primi treni nuovi saranno pronti nel 2026 e, fino ad allora, il ministero garantisce la gratuità dei servizi di trasporto ferroviario locale in Cantabria e Asturie, come richiesto dai rispettivi presidenti regionali, nonostante nel resto della Spagna questa misura si applichi fino alla fine del 2023. Inoltre, i nuovi treni saranno sette in più dei 31 originali e verrà nominato dal ministero un commissario per vigilare sul compimento del progetto.

Un pasticcio analogo a quello spagnolo era accaduto in Francia nel 2014. Allora erano stati fabbricati treni troppo larghi per passare sui binari delle stazioni più antiche. Ma siccome in quel caso i treni erano già stati costruiti, si dovettero modificare i binari, con costi aggiuntivi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA