Bimbo morente, la madre vince la battaglia contro il bando di Trump per vederlo un'ultima volta

Bimbo morente, il bando Trump proibisce alla madre di vederlo per l'ultima volta
Bimbo morente, il bando Trump proibisce alla madre di vederlo per l'ultima volta
Martedì 18 Dicembre 2018, 20:41 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 16:21
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Ha un lieto fine la storia della madre yemenita che si è vista negare il visto per andare in Usa e dare l'ultimo addio al figlioletto in fin di vita. La donna ha vinto la sua battaglia per ottenere una esenzione dal 'travel ban' di Donald Trump e potrà quindi volare in California dal piccolo Abdullah, di due anni.

Shaima Swileh intende partire per San Francisco oggi, dopo aver ricevuto un visto dal dipartimento di Stato, come ha riferito Basim Elkarra, del Consiglio per le relazioni islamico americane. Il visto era stato negato perchè lo Yemen è tra i Paesi messi al bando da Trump per motivi di sicurezza. 


La storia aveva commosso e indignato il mondo, dopo i recenti scandali legati alle carovane di migranti al confine tra Usa e Messico.



«Mia moglie mi chiama ogni giorno, vuole baciare e abbracciare nostro figlio per l'ultima volta, non abbiamo più molto tempo, per favore aiutateci a riunire la nostra famiglia», era l'appello lanciato tra le lacrime dal ventiduenne Ali Hassan, il padre di Abdullah, ricoverato come malato terminale all'ospedale pediatrico Benioff a Oakland.

Il piccolo e suo padre sono nati in Yemen ma hanno la cittadinanza americana, a differenza della madre. Lo Yemen figura nella blacklist del 'travel ban', confermato dalla Corte suprema dopo varie versioni. Tra gli altri Paesi messi al bando ci sono l'Iran, la Libia e la Somalia, oltre a Venezuela e Corea del nord.

«Tutto ciò che mia moglie desidera è tenergli la mano per l'ultima volta, prima che gli stacchino il supporto vitale», aveva detto il marito, spiegando che se il bimbo fosse trasportato in Egitto probabilmente morirebbe. A sostenere i suoi sforzi gli attivisti del Centro per i diritti civili degli islamici (Cair California), che hanno lottato duramente per ottenere una deroga dal Dipartimento di Stato Usa, un visto umanitario. «Questo rifiuto è una crudeltà incomprensibile», aveva commentato Saad Sweilem, del Consiglio per le relazioni islamico-americane, sceso in campo per sostenere la riunificazione della famiglia.

Il piccolo Abdullah è nato con una ipomielinizzazione, una malattia neurologica che comporta tra l'altro gravi difficoltà respiratorie. Quando aveva 8 mesi, i genitori si trasferirono dallo Yemen al Cairo per sfuggire alla guerra civile che imperversa nel paese dal 2015. Tre mesi fa, il padre ha portato il figlio in Usa nella speranza di cure più efficaci, convinto che la moglie lo avrebbe raggiunto in un momento successivo. Ma dopo che i medici lo hanno gelato dicendogli che il piccolo era in condizioni terminali, la madre ha chiesto un visto per sbarcare negli Stati Uniti.
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