Trump-Cruz, c'eravamo tanto odiati: Donald vola in Texas per vincere la sfida di midterm

Trump-Cruz, c'eravamo tanto odiati: Donald vola in Texas per vincere la sfida di midterm
di Luca Marfé
Lunedì 22 Ottobre 2018, 18:01 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 10:24
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NEW YORK - Houston, abbiamo un problema.

Il Texas è in bilico e Ted Cruz ha bisogno di Donald Trump. Nessuno come il presidente, infatti, è in grado di suonare la carica dei suoi, per far sì che il 6 novembre prossimo lo Stato dell’America più profonda resti repubblicano.

Lo è dal gennaio del lontano 1995. Rischia però di cambiare colore, considerato il tratto sottile che nei sondaggi separa lo stesso Cruz dal rivale democratico Beto O’Rourke.

Una battuta d’arresto improbabile ma possibile che, nell’ambito di un mosaico elettorale evidentemente più vasto, a destra non possono permettersi, tanto per ragioni strategiche, quanto per il suo indiscutibile valore simbolico.

Ed è proprio a Houston, capitale dello Stato del Sud, che oggi sbarca Trump.

Il tycoon è dunque pronto ad accantonare le scintille (liti furibonde) del 2016 per il bene del partito. Al tempo delle primarie presidenziali, infatti, gli ultimi due superstiti dell’arena dell’elefantino non se le erano mandate di certo a dire.

«Cruz è peggio di Hillary», «è il più grande bugiardo di tutti i tempi», fino a degenerare sul personale quando, in risposta ad uno spot in cui era stata utilizzata una copertina di GQ per sputare veleno su Melania Trump, lo stesso Trump via Twitter aveva “minacciato” «occhio, o vuoto il sacco su quanto successo tra me e tua moglie!».



Con Cruz che, soltanto apparentemente più quieto e composto del tycoon, di tutta risposta aveva concesso perle quali «è vergognoso», «è un codardo frignone», sino a concludere che «nominarlo significherebbe correre per la Casa Bianca con un relitto, spalancherebbe di fatto le porte ad Hillary Clinton».

Non proprio baci e abbracci, insomma.

Eppure, saranno proprio baci e abbracci ad andare in scena stanotte in quel di Houston.

Tutto e il contrario di tutto pur di sbarrare la strada ai democratici.
È la politica, bellezza.


(La geografia del voto delle elezioni presidenziali 2016. In rosso gli stati repubblicani, in blu quelli democratici)
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