Donald Trump avrebbe chiesto la settimana scorsa ai suoi consiglieri più stretti di valutare l'opzione di un attacco contro l'Iran, per bloccare il suo programma nucleare. Lo rivela il New York Times, citando quattro attuali ed ex funzionari dell'amministrazione americana, secondo cui i consiglieri sarebbero riusciti a dissuadere il presidente a ordinare l'attacco, sostenendo che un raid contro gli impianti nucleari della Repubblica islamica potrebbe causare un'escalation della tensione nella regione nelle ultime settimane del suo mandato.
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Sito nucleare nel mirino
A due mesi dalla fine del mandato, Trump avrebbe esplorato la possibilità di «agire» contro un sito nucleare iraniano «nelle prossime settimane».
All'incontro avrebbero partecipato il vice presidente Mike Pence, il segretario di Stato Mike Pompeo, Christopher Miller, che ha preso temporaneamente il posto del segretario alla Difesa Mark Esper appena silurato da Trump, e il capo degli Stati Maggiori Riuniti, Mark Milley. E, secondo le fonti del Nyt, Trump potrebbe comunque non aver rinunciato a colpire obiettivi e alleati dell'Iran, anche le milizie attive in Iraq. Gli Stati Uniti si sono ritirati nel maggio del 2018 dal Jcpoa, firmato nel 2015 all'epoca dell'Amministrazione Obama, e hanno ripristinato le sanzioni contro la Repubblica Islamica. Dallo scorso anno Teheran ha iniziato a fare marcia indietro rispetto agli impegni assunti con l'accordo.
Covid, l'allarme dei medici: "Tra due settimane ospedali al collasso"
"I numeri sono quelli. C'è sì un rallentamento dei ricoveri, ma non è tale da evitare che il sistema sanitario vada fuori controllo. In due settimane, con questo ritmo di crescita, negli ospedali, in molte regioni, ci saranno notevoli problemi.