Ucraina, arrivano armi dagli Usa ma l'incubo dell'esercito di Kiev è la logistica

Ucraina, arrivano armi dagli Usa ma l'incubo dell'esercito di Kiev è la logistica
di Gianandrea Gaiani
Martedì 26 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:34
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Quantità imponenti di armi, munizioni, mezzi corazzati e veicoli stanno raggiungendo l'Ucraina da quasi tutti gli stati membri della Nato. Se all'inizio del conflitto le richieste di Kiev riguardavano soprattutto armi antiaeree e anticarro portatili come i missili Stinger e Javelin, nelle ultime settimane il governo ucraino ha di fatto espresso quotidianamente e in modo ossessivo la richiesta di ogni tipo di equipaggiamento militare inclusi veicoli, cannoni e munizioni.

Un segnale che sembra indicare che la gran parte dei mezzi corazzati e blindati, dei veicoli, delle artiglierie e degli aerei ed elicotteri sono stati messi fuori combattimento o danneggiati dalle forze di Mosca.

Danni che si abbinano alla sistematica distruzione attuata dai raid missilistici russi contro depositi, magazzini, basi aeree, caserme, officine e stabilimenti industriali che avrebbero gravemente compromesso la capacità ucraina di produrre o riparare armi e mezzi e avrebbero distrutto un numero significativo di armi e mezzi che gli alleati della Nato hanno fatto entrare in Ucraina per lo più da Polonia e Slovacchia.

Il 20 aprile l'aeronautica ucraina ha reso noto che con l'assistenza americana ha ricevuto pezzi di ricambio e componenti che hanno permesso di rimettere in condizioni di volo alcuni aerei da combattimento, probabilmente Mig 29 e Sukhoi Su 25.

Alle forniture di equipaggiamenti, armi e munizioni di tipo ex sovietico, come quelli in dotazione alle forze armate di Kiev e dei paesi della Nato dell'Est Europa, si stanno affiancando rapidamente lotti di armi e mezzi occidentali di diversa provenienza e produzione.

Le forniture di Washington hanno superato ormai il valore di 4 miliardi di dollari dall'inizio della guerra e includono cannoni M177 con veicoli tattici per il loro traino e 184 mila proiettili calibro 155 millimetri, diverso da quello dei cannoni ucraini di tipo sovietico.

Il Pentagono sta fornendo inoltre veicoli blindati Hummer, vecchi mezzi corazzati cingolati M-113, radar, razzi, droni-suicidi oltre a razzi, missili anticarro e antiaerei e persino mine antiuomo Claymore, tutti materiali rigorosamente made in USA.

Cannoni M177 sono in arrivo anche dal Canada, Londra sta inviando cingolati Stormer armati di missili antiaerei Starstreak mentre un accordo con Varsavia permetterà di trasferire decine di carri armati britannici Challenger 2 ai polacchi che a loro volta potranno fornire a Kiev altrettanti tank T-72 di origine sovietica simili a quelli già in dotazione agli ucraini.

Con medesime modalità la Slovenia invierà in Ucraina una quarantina di tank M-84 (versione jugoslava del T-72 russo) e la Germania la compenserà con cingolati da combattimento Marder e ruotati Fox.

Gli ucraini sembrano patire una particolare carenza di artiglieria se si considera che 40 soldati sono arrivati in Francia per addestrarsi all'impiego del semovente ruotato francese Caesar da 155 millimetri che Parigi fornirà in numero non precisato a Kiev. Anche Praga sta fornendo carri T-72 e un certo numero di obici semoventi Dana nel calibro russo da 152 millimetri, surplus del suo esercito mentre l'Olanda sembra voler cedere agli ucraini una trentina dei suoi semoventi cingolati da 155 mm di costruzione tedesca Pzh 2000 dall'Olanda.

Il Belgio e l'Italia forniranno a quanto pare decine di vecchi semoventi cingolati M-109 di costruzione americana da tempo radiati dai due eserciti: quelli italiani sarebbero in pessime condizioni di conservazione ma Roma, pur mantenendo riservato il suo contributo allo sforzo bellico di Kiev, sembra valutare anche la fornitura delle prime serie di produzione delle blindo 8x8 Centauro e dei veicoli 4x4 protetti Lince: mezzi made in Italy mai esportati in Ucraina a cui potrebbero forse aggiungersi vecchi M-113 e obsoleti semoventi antiaerei Sidam-25 da tempo nei depositi.

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Già in difficoltà nel sostenere l'offensiva russa che sta colpendo anche ponti, strade e ferrovie per bloccare l'afflusso di rifornimenti alle truppe nel Donbass, le forze armate di Kiev rischiano ora di dover affrontare un vero e proprio incubo logistico con l'arrivo di armi e mezzi di diverso calibro e provenienza e con la necessità di assicurare le necessarie munizioni e manutenzioni.

La difficoltà di sostenere un simile peso logistico, determinato da una eccessiva diversificazione delle tipologie di equipaggiamenti proprio nel momento in cui occorrerebbe invece la massima standardizzazione per ridurre tempi e costi delle manutenzioni e riparazioni, rischia di costare a Kiev quanto una sconfitta sul campo di battaglia. Inoltre mezzi e armi occidentali non compatibili con la logistica ucraina richiederanno una costante assistenza da parte degli alleati Nato che con propri militari o tecnici delle aziende produttrici saranno chiamati a operare al fianco delle truppe ucraine esponendosi ai rischi della guerra.

In molti casi poi l'obsolescenza di alcune forniture, sia di equipaggiamenti occidentali che ex sovietici, rischia di rendere impossibile la gestione dei mezzi e degli armamenti più vecchi e inadeguati rafforzando l'impressione che molti stati membri della Nato approfittino degli aiuti a Kiev per svuotare i magazzini da tanti ferrivecchi e munizionamento ormai datato la cui demolizione e smaltimento avrebbe costi onerosi.

In una prospettiva a lungo termine che guardi oltre l'attuale conflitto, gli sviluppi in atto sembrano configurare un progressivo profondo mutamento delle forze armate ucraine, destinate a divenire standard Nato per addestramento, procedure, armamento ed equipaggiamenti e quindi a dipendere soprattutto dagli Stati Uniti per la propria efficienza. 

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