Ucraina, Sasha e il braccio amputato dopo l'attacco dei russi: stava scappando da Kiev con la sua famiglia

Ucraina, Sasha e il braccio amputato dopo l'attacco dei russi: stava scappando da Kiev con la sua famiglia
Ucraina, Sasha e il braccio amputato dopo l'attacco dei russi: stava scappando da Kiev con la sua famiglia
Martedì 15 Marzo 2022, 13:15 - Ultimo agg. 16 Marzo, 12:54
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Quella di Sasha, una bambina ucraina di 9 anni, è una delle tante storie che stanno arrivando dal fronte di guerra. Storie che stanno cambiando il modo di vedere il mondo nel 2022. Stava fuggendo da Hostomel, un sobborgo di Kiev, con suo padre, sua madre e sua sorella.

Quando la sua auto, si legge sul "Daily Mail", è stata colpita da una raffica di proiettili dell'esercito russo. Suo papà è morto, mentre Sasha si è rifugiata per due giorni in una cantina, prima di essere portata in un'ospedale della capitale, dove per salvarle la vita i medici hanno dovuto amputarle il braccio. 

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«Spero che i russi non volessero farmi male»

Alcuni volontari l'hanno caricata su una barella di fortuna e con una bandiera bianca esposta l'hanno trascinata fino all'ospedale.

Dopo l'operazione che le ha salvato la vita, Sasha ha raccontato la sua storia, con la sana ingenuità di una bambina che fatica a comprendere il perché di quello che sta succedendo: «Non so perché i russi mi hanno sparato. Spero sia stato un incidente e che non intendessero farmi del male», ha detto la bambina.

«Mi hanno sparato al braccio. Sono corsa dietro a mia sorella. Mia madre è caduta. Ho pensato che fosse la fine. Ma non era morta, si stava solo riparando dagli spari. Si stava nascondendo. Poi ho perso conoscenza. Qualcuno mi ha portato in una cantina. E poi alcune persone mi hanno portato in ospedale su un asciugamano».

 

 

L'infermiera: «Non sapevo cosa dirle»

Al Central Irpin Hospital, il chirurgo vascolare Vladislav Gorbovec, dopo aver verificato le sue condizioni, ha deciso di amputarle il braccio sinistro sopra il gomito per salvarle la vita. «Le avevano sparato mentre stava evacuando da Gostomel con i suoi genitori - ha raccontato una portavoce dell'ospedale -. I soldati russi hanno cercato di entrare in cantina. Hanno sparato alla porta e hanno urlato alla gente di uscire». Un vero e proprio incubo.

L'infermiera che l'ha curata ha raccontato i momenti dopo l'operazione: «La prima cosa che Sasha mi ha detto è stata: "Per favore, sii onesta, ho la mano sinistra o no?". Non sapevo cosa dire. Non sapevo se non dire niente, mentire o dirle la verità. Ha chiesto se sarebbe stata in buona salute e se poteva avere un nuovo braccio artificiale rosa colorato di fiori. Lei è così forte. Non piange perché sa che piangono solo i deboli. Ci ha ringraziato per averle salvato la vita e per averci preso cura di noi», ha concluso. 

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