Ucraina, fuga di documenti top secret dal Pentagono: Usa pessimisti sulla fine della guerra

«L’obiettivo di Mosca è di impossessarsi di tutta la regione del Donbass entro il 2023»

Fuga di documenti top secret dal Pentagono
Fuga di documenti top secret dal Pentagono
di Luca Marfé
Mercoledì 12 Aprile 2023, 16:00 - Ultimo agg. 14 Aprile, 07:07
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Ci risiamo: fuga di documenti top secret per il Pentagono americano.

Casa Bianca in imbarazzo, e ancora alle prese con l’annuncio ufficiale della ricandidatura di Joe Biden.
E sicurezza nazionale a rischio, e a rischio pure certe alleanze.

Già, perché quando si scoprono le carte, tutte recentissime, tutte datate tra febbraio e marzo, i dialoghi diplomatici e i piani militari vacillano. L’unica cosa chiara è l’orizzonte, che gli Stati Uniti vedono però…scuro. E lontano, e complesso, e pieno zeppo di rischi. Il primo, aspetto sul quale si dichiarano dichiaratamente pessimisti: la guerra in Ucraina durerà ancora a lungo.

Ci sarà una «controffensiva di primavera», ma alla Russia viene riconosciuta una evidente «superiorità aerea» che le consentirà, nella migliore delle ipotesi per l’Occidente, di tenere il conflitto sotto scacco, fermo in una lunga fase di stallo, per mesi se non addirittura per anni.

«L’obiettivo di Mosca è di impossessarsi di tutta la regione del Donbass entro il 2023», si legge nei fascicoli dell’intelligence a stelle e strisce.

Un obiettivo che viene oggettivamente considerato alla portata di Vladimir Putin.

Resoconti apparentemente quotidiani che “bucano” la propaganda di Washington e che raccontano affanni e difficoltà maggiori rispetto a un’informazione e a un’amministrazione che ci tengono invece, come del resto da che mondo è mondo puntualmente accade in tutte le guerre, a ostentare sicurezza.

Allarme tra i Five Eyes, i “Cinque Occhi” dei Servizi Segreti di Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, appunto. Increduli riguardo al caso, preoccupati per la tenuta dell’alleanza con l’Ucraina, che tuttavia si affrettano a rinsaldare nelle parole del segretario di Stato Antony Blinken, che prova a chiudere polemica e discorso: «La partnership con Kiev è corazzata, invulnerabile, invincibile». E con il ministro degli Esteri ucraino che gli fa eco, «Vogliamo una pace giusta».

Tutti impegnati, insomma, a ricostruire il perimetro attorno a Volodymyr Zelensky.
Un perimetro le cui mura però, anche a causa dell’ennesima fuga di documenti top secret, sembrano essere comunque in qualche modo crepate.

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