Guerra in Ucraina, così i russi “pagano” le sanzioni alla cassa del supermercato

Guerra in Ucraina, così i russi “pagano” le sanzioni alla cassa del supermercato
di Giuseppe D'Amato
Mercoledì 4 Maggio 2022, 23:47 - Ultimo agg. 5 Maggio, 16:30
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È perlomeno un anno che fare la spesa in Russia è diventato un’impresa non da poco. «Ma come fai? Compri prodotti alimentari così cari?» si era sorpresa una volta una vicina ficcanaso. Eppure avevamo semplicemente riempito in un normale supermercato il classico sacchetto di plastica con quello che serviva durante la settimana per arrivare giusto al sabato. L’aspetto che semmai colpiva è che se un paio di anni fa sarebbero bastati poco più di un migliaio di rubli per quella quantità di cibo, nel dicembre scorso serviva già una cifra doppia. Adesso, dopo due folli mesi, febbraio-marzo 2022, con un tasso di inflazione del due per cento ogni sette giorni, la situazione è ancora peggiorata. Tutto quello che è di importazione è estremamente caro. Frutta e verdura sono diventate roba da gioielleria: e l’aumento nell’ultimo trimestre varia a seconda del prodotto dal 20 al 40 per cento. «Abito in provincia e me la cavo – racconta Igor -. Qua al mercato colcosiano i pomodori costano 200 rubli al chilo (quasi 2,7 euro), mentre a San Pietroburgo giusto il doppio, 400. Non so come facciano quelli in città».

Le reti di supermercati più famose hanno lanciato offerte a non finire e il sistema del «cash back». In pratica, se sei un fedelissimo e hai la tessera, a seconda di cosa compri - rispetto a quello che pagheresti - sullo scontrino stesso ti restituiscono dei soldi. I consumatori hanno apprezzato e guardano con attenzione a queste novità. Gli anziani – in perenne lotta con pensioni da fame, mediamente sui 200 euro mensili - fanno fatica a raccapezzarsi e, già qualche tempo fa, non era rado vederli lasciare i prodotti alla cassa per non avere con sé i soldi sufficienti per l’acquisto. Davvero un’immagine triste per un Paese, che incassa tra 700 e 1 miliardo di dollari al giorno grazie alla vendita delle materie prime, e che, per decenni, invece di sostenere la spesa sociale, garantendo assegni decorosi, si è lanciato in una insensata corsa agli armamenti. La stragrande maggior parte dei russi, in genere, compra nei mercati o nei negozi i prodotti base: pane, latte, uova, carne, pasta, riso. Poi le casalinghe fanno i salti mortali, cucinando – spesso a lungo - per mettere in tavola piatti sempre diversi.

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«Oggi ho un ospite a pranzo. Siamo in tre a tavola» dice Olga, che ha iniziato a preparare di buon mattino per essere pronta alle 15: «un piatto di salmone con olive nere come antipasto; borsc (ndr.

la classica minestra slava con ricetta diversa a seconda dei Paesi), insalata russa, polpette con misto carne e riso, pomodorini, pane bianco e pane nero, una torta, acqua minerale, succo d’arancio e l’immancabile bottiglia di vodka». Proviamo a fare due conti. Partiamo dal bere: una bottiglia di vodka di media qualità va sui 400 rubli (5,2 euro), 80 per il succo d’arancio, 40 per l’acqua minerale. Busta di salmone di valore medio: 300-400 rubli; olive 100 rubli. Ingredienti del “borsc” (evitando di rischiare di rubare troppi segreti culinari – non si sa mai di questi tempi!): 600 rubli; quelli dell’insalata russa (chiamata anche «stolichnaja» ossia «della capitale» o «olivie») altri 300; le polpette con riso con sughetto – forse più di un altro migliaio di rubli a seconda della carne scelta. Come dessert: ingredienti per la torta del tipo più semplice con thè, altri 400. In sostanza, facendo tutto in casa e investendo una buona quantità di ore, Olga ha speso – rublo più rublo meno – oltre 3300 rubli (circa 43 euro). Peccato che la sua pensione sia di 14mila rubli (185 euro). Meno male per lei che il marito abbia messo da parte in passato i soldi per la vecchiaia. Se, al contrario, si fosse scelto, per lo stesso pranzo, di comprare prodotti già pronti, allora le migliaia di rubli si conterebbero uno dietro l’altro. 

Olga è comunque contenta che la pensione le è stata già pagata. In occasione delle feste di maggio (primo e nove con lungo ponte) lo Stato ha pagato in anticipo gli assegni mensili e le varie «compensazioni». Dal 26 aprile, poi, le famiglie, con bassi redditi, che hanno figli tra gli 8 e i 17 anni, possono richiedere attraverso il portale “GosUslugi” aiuti in denaro. Olga, che non si perde una puntata dei programmi di Soloviov – uno dei «propagandisti» più accesi del Cremlino, ora sotto sanzione occidentale - ha già preparato i semi e quanto necessario per fare la semina nel suo piccolo appezzamento in dacia. Passerà l’estate a coltivar patate e verdure, le cui riserve sono una sicurezza di questi tempi così difficili. 

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