Portaerei Truman da Napoli verso Est? Il comandante: «Rotta segreta, ​ma siamo pronti a partire»

Portaerei Truman da Napoli verso Est? Il comandante: «Rotta segreta, ma siamo pronti a partire»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 11 Maggio 2022, 23:01 - Ultimo agg. 13 Maggio, 08:19
4 Minuti di Lettura

La Truman è il bicipite degli Stati Uniti piazzato al centro del Mediterraneo per mostrare tutta la potenza muscolare a stelle e strisce. Il gigante a propulsione nucleare sta riposando nel Golfo di Napoli: quattro giorni in tutto per far rifiatare l’equipaggio e rifornirsi di cibo e pezzi di ricambio, poi riprenderà il mare. Destinazione ignota. Perché a bordo nessuno è tenuto a dare informazioni sui movimenti futuri della portaerei.

 


Il comandante Duff è un uomo longilineo, allegro e pieno di attenzioni verso gli ospiti a bordo.

Sorride parlando dell’Italia, di Napoli, della meravigliosa esperienza appena vissuta in abbinamento alla nostra “Cavour”. Quando arriva l’inevitabile domanda sulla possibilità di inoltrarsi verso il Mar Nero e raggiungere il cuore della guerra navale, non ha un solo attimo di tentennamento, continua a sorridere spiegando di non poter fornire informazioni sulle rotte future: «Siamo a disposizione del nostro Governo, agiamo secondo ogni direttiva che ci viene data, è il nostro compito». Poi quando si scivola sul tema operativo spiega che le possibilità di entrare in azione, in qualunque tipo di scenario, «possono essere immediate, abbiamo la capacità di agire in tempi rapidissimi. È per questo che siamo preparati». Ecco, dunque, che anche senza avere certezze sulla rotta futura della Truman, allargare lo sguardo sugli aerei pronti alla partenza dal ponte di lancio e pensare a quel che accade a Odessa, 1.500 chilometri di distanza in linea d’aria, fa salire un pizzico d’angoscia.


Il gigante da 97mila tonnellate è alto come un palazzo di venti piani e ospita cinquemila marinai che, oltre alle attività quotidiane, svolgono continui training per essere pronti ad ogni operazione ipotizzabile. Il racconto, sorridente, dei numeri della portaerei è fatto di dettagli di vita quotidiana moltiplicati per mille: ogni giorno si servono 18.150 pasti, due volte al giorno viene effettuato un meticoloso controllo sulla funzionalità di ogni parte della nave, dalle macchine per il caffè agli armamenti; in totale la nave ospita settanta velivoli di quattro categorie differenti, compresi elicotteri da battaglia e aerei da ricognizione, ci sono quattro giganteschi ascensori per trasportare i velivoli dall’hangar del piano inferiore al piano di decollo. Ogni àncora pesa trenta tonnellate, sono due e sono state recuperate dalla “Forrestal”, portaerei che era di casa a Napoli ed è andata a demolizione nel 2014. Le catene legate alle àncore sono lunghe più di 300 metri e pure quelle sono un recupero: vengono dalla storica “Saratoga”, la portaerei, smantellata nel 1994, che era in rada proprio a Napoli la notte della strage di Ustica ma, secondo i rapporti ufficiali, quella notte aveva i radar spenti e non ebbe la possibilità di contribuire alla ricerca della verità.

Video


La Truman è arrivata a Napoli due giorni fa, ripartirà dopodomani. La visita a bordo fa parte di una collaborazione organizzativa fra il consolato Usa di Napoli e la Sesta Flotta. L’accoglienza della Navy è perfetta: in barca fino ai piedi del gigante, la scaletta fino al primo ponte, con marinai in divise candide che sorridono e addetti all’ospitalità pronti a svelare ogni segreto della nave. Il percorso dentro la pancia del gigante del mare è denso di sorrisi e dettagli; l’incontro con il ponte di lancio, dal quale gli aerei vengono “sparati” in due secondi da zero a 300 km l’ora per decollare, è straniante. Ad ogni passo c’è un marinaio sorridente che approfondisce ogni particolare. Il comandante Duff spiega che l’incontro con l’Italia è stato importante per il suo equipaggio, la nave è stata a Trieste prima di fare tappa a Napoli: «Collaborare con la Marina italiana è stata un’esperienza felice - dice - avere la possibilità di incontrare l’Italia, terra di arte e cultura è un momento di grande crescita per tutti noi».
Per tutto il tempo dentro la nave sfilano i marinai che vanno verso le imbarcazioni dirette a terra. Sono ragazzi giovanissimi, smessa la divisa indossano abiti da turisti, le ragazze con abiti a fiori, trucco e capelli sistemati, i ragazzi in shorts e magliette sportive. Ecco, forse la parte più reale e vera del viaggio nel mondo della Truman sono i volti di questi marinai giovanissimi: l’aria (e l’età) da gruppo in gita scolastica all’ultimo anno del liceo, la tensione di dover essere pronti ad «entrare in azione» con la nave più potente del mondo, in ogni momento. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA