Guerra in Ucraina, cosa succederà il 9 maggio? ​Domande e risposte

Guerra in Ucraina, cosa succederà il 9 maggio? Domande e risposte
di Giuseppe D'Amato
Sabato 7 Maggio 2022, 22:59 - Ultimo agg. 8 Maggio, 17:59
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Il 9 maggio 2022 sarebbe dovuta essere una nuova grande giornata della Vittoria, questa volta della Russia putiniana postsovietica, risorta come Potenza mondiale dopo il crollo dell’Urss nel 1991. Almeno questi erano i piani all’inizio dell’“Operazione militare speciale”. E invece lunedì 9 rischia di trasformarsi in un qualcosa di diverso. Persino l’inamovibile alleato di sempre, il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, ha ammesso che gli eventi in Ucraina si sono “prolungati” più di quanto programmato. Comunque sia, da settimane si rincorrono le voci più incredibili - messe in giro non si sa da chi - secondo le quali la giornata sarà lo stesso speciale, se non storica. Da qui i mille interrogativi che si pone la comunità internazionale, ricordando i passati colpi a sorpresa di Vladimir Putin.


Putin annuncerà la fine delle operazioni militari?

Ufficialmente il 24 febbraio, il giorno di inizio della “Operazione militare speciale”, il Cremlino ha posto come obiettivi la “denazificazione” dell’Ucraina e il suo disarmo.

La recente controversa dichiarazione - che ha provocato sdegno in Israele - del ministro degli Esteri Lavrov ha confermato il primo proposito. Come “nazisti” vengono indicati da Mosca in particolar modo i componenti del battaglione Azov, attualmente imbottigliati all’interno dell’acciaieria di Mariupol, attaccati con artiglierie e aviazione. Putin ha proposto loro di arrendersi, ma questi hanno di nuovo ripetuto di “no”. Se il complesso industriale cadesse in mani russe nelle prossime ore, il Cremlino potrebbe affermare che è stato finalmente costituito quel corridoio terreste dalla Russia meridionale fino alla Crimea, mettendo in sicurezza la penisola contesa con Kiev. Inoltre lo strategico canale di irrigazione nei pressi di Kherson garantirà quelle fondamentali forniture d’acqua, tagliate alla Crimea da Kiev dopo il 2014. In merito al secondo obiettivo, ogni giorno da mesi, Mosca fa la lista delle infrastrutture militari ucraine distrutte. Mediaticamente per il pubblico interno il dire che le Forze armate di Kiev sono state messe in ginocchio potrebbe bastare.


Putin annuncerà l’annessione del Donbass?

Il Cremlino potrebbe annunciare la vittoria se cadesse l’AzovStal nelle prossime ore e se si accontentasse di aver raggiunto obiettivi notevolmente inferiori rispetto a quanto preventivato, secondo gli occidentali, all’inizio dell’“Operazione”, ossia mezzo corridoio meridionale. Soltanto metà del Donbass oggi è in mani russe. Assolutamente poco prevedibile, al momento, una dichiarazione di annessione delle due repubbliche filo-russe del Donbass, ossia la Dnr e la Lnr, riconosciute dalla Russia come Stati indipendenti soltanto in febbraio. Non si avrebbe nemmeno il tempo per organizzare un referendum in loco. Quindi questa mossa passerebbe come un atto unilaterale e difficilmente giustificabile.


Sarà il giorno dell’invio di altre truppe?

Poco probabile una scelta come questa, quando, secondo gli strateghi militari occidentali, i russi stanno cercando di riorganizzare e ricompattare le unità uscite malconce dalle prime settimane di scontri armati in Ucraina. Inoltre la coscrizione primaverile è appena iniziata all’inizio di aprile. Le reclute non possono essere per legge inviate in territori dove vi sono azioni in corso. Purtroppo, però, una senatrice ha denunciato la morte di tanti di loro nei primi giorni dell’“Operazione speciale”. Le nuove reclute dovrebbero andare, però, a sostituire nelle caserme le truppe impiegate in Ucraina.

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Putin proclamerà la guerra totale?

Tale scelta porterebbe la Russia al rischio di scontro con l’Alleanza atlantica. Pigiare sull’acceleratore in un momento così complesso non porterebbe vantaggi al Cremlino.


Il 9 maggio sancirà la legge marziale in Russia?

Assolutamente no. Il potere di Putin è oggi all’apparenza saldo, la stragrande maggioranza del popolo è con lui. Sul terreno non sono visibili situazioni così gravi da rendere indispensabile una mossa del genere. Va meglio valutato, al contrario, quanto sta accadendo nelle regioni di confine occidentale, in particolare in quella di Belgorod, dove sono segnalate azioni diversive e persino infiltrazioni dall’Ucraina.


Putin deciderà di attaccare la Moldavia?

Difficile che il Cremlino possa compiere un ulteriore grave errore di calcolo dopo quanto avvenuto nella prima settimana di scontri in Ucraina. I russi hanno sì un contingente, presente in Transnistria, ma questo conta solo su 1.500 uomini. Ritenere che una così esigua forza possa prendere alle spalle gli ucraini da occidente e andare all’assalto della città di Odessa (distante dal confine un’ottantina di chilometri) è quanto mai irrealistico. Anzi è un’idea suicida che porterebbe alla caduta della Transnistria. Questa repubblica separatista dalla Moldova - non riconosciuta dalla comunità internazionale - non può nemmeno contare sui minatori, mandati al fronte a forza, come successo in Dnr e Lnr.


Putin userà il 9 maggio, giorno della festa dell’Europa, per sfidare l’Ue?

Dopo tutte le tragedie che vi sono state in queste settimane alzare ulteriormente la tensione con l’Occidente ha poco senso. È vero sì che se la Russia taglierà le forniture di petrolio e gas l’Europa si troverà a corto di energia. Ma è anche vero il contrario: Mosca presto resterà a corto di denaro e non saprà dove mettersi tutto il petrolio e il gas che produce. Nell’arco di uno o di due anni si prospetta un quadro davvero fosco per le finanze e l’economia russe.
 

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