Dalle armi di cartone al sangue finto: la guerra a colpi di fake news

Dalle armi di cartone al sangue finto: la guerra a colpi di fake news
di Gigi Di Fiore
Sabato 19 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 18:55
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In Ucraina, le televisioni sono a canale unificato con programmi di informazione continui, per rintuzzare le false notizie da social. In Russia, tutto quello che riguarda la guerra viene affidato a notizie ufficiali, chi se ne discosta rischia il carcere. Come in tutte le guerre, anche quella in Ucraina si combattute con la propaganda e le informazioni. Ma, stavolta, il campo di battaglia si è allargato ai social, ai canali chat dei telefonini, ai falsi profili e i siti creati apposta. E si moltiplicano fake news, ufficializzate dalle ambasciate in più capitali europee.

La tecnica è d’impatto, ma scoperta: usare vecchi video girati per altri scopi, facendoli sembrare recenti e legati alla guerra in Ucraina. In uno, si vedevano giovani ucraini mettersi del sangue finto su viso e abiti, per simulare le tragiche conseguenze dei missili russi. Una costruzione che avrebbe voluto dimostrare la falsità costruita dei racconti sull’Ucraina. Un falso: i video erano il backstage, vero, di una serie televisiva ucraina, intitolata «Contamin» e girata nel 2020.

Poi, il video con una serie di sacchi allineati in una piazza, bare per cadaveri, sfondo del servizio su OE24.Tv affidato al giornalista Marvin Bergauer All’improvviso, i sacchi si aprono e ne escono persone vive e vestite. Immagini, anche stavolta, per descrivere come vengono simulati gli effetti della guerra. Ma è un altro falso: sacchi, giornalista e scene sono stati girati alla manifestazione del quattro febbraio scorso in Ballhausplatz a Vienna, organizzata dai militanti ambientalisti di «Friday’s for Future». I sacchi con i finti cadaveri rappresentavano i 49 morti contati in Austria per il surriscaldamento climatico. Il video è diventato l’immagine degli «zombie ucraini» da propaganda di Kiev, nella fake new diffusa in rete. Qualcuno vi ha inserito false scritte, cancellando le originali inserite sulla manifestazione viennese. Un video utilizzato dai professionisti di complotti, dietrologie e falsi: è stato utilizzato dai no-vax per contestare i morti di Covid e ora dagli spacciatori di invenzioni sulla guerra in Ucraina. Cibo per bulimici da tastiera che passano giornate intere sui social, inventandosi esperti di tutto. 

Il falso più cinico è quello sull’ospedale di Mariupol, evacuato per trasferire le donne ricoverate dopo un bombardamento russo. La donna incinta ripresa è poi morta, ma su queste immagini drammatiche la propaganda russa ha parlato di falso ospedale, fuori uso da tempo e diventato rifugio per militari. Poi, è stata diffusa l’immagine di una blogger ucraina somigliante alla donna rimasta ferita, per sostenere che l’immagine è stata montata ad arte con la donna-attrice. Su questa notizia, si sono mossi i tweet ufficiali delle ambasciate russe. Prima a Londra, poi anche a Roma dove l’ambasciata russa ha parlato di «tentativo di gonfiare lo scandalo» da parte dei media occidentali e ucraini in un’operazione definita «massimo del cinismo e della campagna di menzogne». L’ambasciata russa a Parigi ha integrato il tweet, sostenendo che nel reparto maternità di Mariupol «non c’erano bambini né madri, perché scacciati dai combattenti neonazisti del battaglione Azov». Per rafforzare la tesi dell’ospedale usato come caserma, è stato diffuso poi un altro video con soldati ucraini che ridono in una struttura spacciata per quella di Mariupol. In realtà, le immagini erano state registrate in un edificio diverso e in un’altra città. E poi l’intervista a un giovane che dichiara di essere figlio di una donna che lavorava all’ospedale, sostenendo che da tempo era stato evacuato dai pazienti. Nessuno sa chi sia. 

Video

Le false notizie sono condivise dai canali istituzionali russi, come nella chat dedicata su Telegram. Due canali di Mosca, Sputnik e Russia today, diffondono notizie inventate, come fa il sito War on fakes aperto il 24 febbraio scorso, in concomitanza con l’avvio della guerra. Un esempio delle tecniche di manipolazione delle notizie è stato il bombardamento al canale televisivo di Kiev, con questi messaggi: i cadaveri sono stati prelevati da un obitorio vicino e non sono legati al bombardamento, la televisione era stata avvisata che sarebbe diventata un bersaglio ma, trasformandola in vittima inconsapevole, l’Ucraina ha voluto farne strumento di propaganda. Sono almeno 116 i domini di disinformazione filo-russe sulla guerra. I maggiori sono Rt Tass e Sputnik news. 

Altra falsa notizia è il bombardamento di un asilo nel villaggio di Novava Kondrashovka, controllato dai separatisti russi. Un bombardamento, ha sostenuto la propaganda russa, eseguito dall’esercito ucraino. Un’attenta ricostruzione dell’accaduto ha accertato che le bombe sulla struttura venivano da sud, dove sono le linee del fronte separatista russo. Altra bufala messa in circolazione riguarda la scelta russa di non bombardare obiettivi civili. Ma Amnesty international ha documentato almeno tre attacchi, a Yuhledar, Kharkiv e Uman, dove i civili morti sono stati almeno sei, con dodici feriti. Altri falsi sono le notizia che la Nato possiede una base militare segreta a Odessa, o che gli Stati Uniti hanno una rete  di laboratori di armi biologiche nell’Europa orientale e per questo l’invasione dell’Ucraina sarebbe stata accelerata. I negazionisti della guerra, invece, si aggrappano a un video con militari ucraini che imbracciano fucili di cartone. La Bbc ha svelato il mistero: il video risale a metà febbraio e riprende il corso di formazione del battaglione Azov ai volontari della città ucraina di Kharkiv in vista dell’invasione russa. 

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