Assalto russo alle centrali nucleari, ​obiettivo tagliare l'energia a Kiev

Assalto russo alle centrali nucleari, obiettivo tagliare l'energia a Kiev
di Gigi Di Fiore
Domenica 1 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 2 Maggio, 07:11
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Quindici reattori, di cui 7 attualmente collegati alla rete operativa, per 4 centrali nucleari in funzione. È lo scenario degli impianti nucleari in Ucraina, uno dei quattro è nel territorio controllato dalle truppe russe. La situazione viene monitorata di continuo dall’Aiea, l’agenzia per l’assistenza tecnica e la cooperazione internazionale per l’energia atomica, che ogni giorno, con le informazioni ricevute dai tecnici ucraini, diffonde un report sulla situazione degli impianti.

Le centrali ucraine si trovano in zone diverse: Rivne a nord-ovest; Zaporizhzhia a sud est; Ucraina del sud nella zona meridionale ovest; Khmelnytskyi a ovest poco più a sud della centrale di Rivne. Impianti controllati dagli ucraini, tranne Zaporizhzhia in mano russa dal 5 marzo, anche se vi lavorano i tecnici ucraini. La compagnia nucleare di Stato russa ha inviato nella centrale otto suoi tecnici, che chiedono rapporti quotidiani sull’impianto e informazioni riservate sulla distribuzione dell’energia nucleare. E l’Ucraina ha lanciato l’allarme. Così, spiega il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi: «È la situazione che mi preoccupa di più in Ucraina, controllata dai militari russi.

Al più presto occorre fare ispezioni e attività legate alla sicurezza». E ancora: «L’integrità fisica delle centrali rappresenta una delle questioni più delicate in assoluto, per la presenza di grandi quantità di materiali nucleari, come plutonio e uranio arricchito. A Zaporizhzhia, il 4 marzo un razzo è caduto vicino uno dei reattori e dobbiamo verificare se l’impatto ha creato problemi. Trattiamo con la Russia per avere accesso alla struttura». 

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La famosa centrale di Chernobyl è ormai dismessa, dopo l’incidente del 1986. Anche se non è attiva, contiene materiale nucleare da tenere sotto controllo. Solo di recente, dopo il passaggio delle truppe russe, è stato ripristinato dai tecnici il sistema di trasferimento a distanza dei dati all’Aiea con l’aggiornamento dei sistemi di monitoraggio automatico via satellite. Una riattivazione importante, dopo l’interruzione del 27 febbraio. Sistematiche invece le informazioni sugli altri tre impianti gestiti dalla Energoatom, l’azienda nazionale del Paese. Le quattro centrali forniscono all’Ucraina il 54 per cento del suo fabbisogno elettrico. L’impianto di Zaporizhzhia, in mano russa, è il più grande d’Europa e uno dei 10 maggiori del mondo. Vi funzionano due reattori sui sei posseduti. Operativo dal 1984, occupa un’area di 104,7 ettari sulle rive del bacino idrico di Kakhovka non distante dalla centrale termoelettrica di Zaporozhe. Riesce a raggiungere una produzione di 42 miliardi di kilowatt di elettricità, che è il 40 per cento dell’elettricità complessiva prodotta dalle centrali ucraine. Un quinto della produzione nazionale.  

La centrale di Rivne ha quattro reattori operativi, per una capacità totale di 2835 megawatt. Si trova vicino il fiume Styr ed è stata costruita agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso. 

La centrale di Khmelnytskyi, poco più a sud di Rivno, ha una potenza di 2000 Megawatt. Realizzata agli inizi degli anni Ottanta, viene considerata dall’Energoatom il sito ideale per aumentare la produzione nucleare ucraina e da tempo vi sono in costruzione altri due reattori. La centrale dell’Ucraina del Sud si trova invece in una cittadella energetica, con la centrale idroelettrica di Alexandrovka. Produce un decimo dell’energia elettrica dell’Ucraina per una potenza di 3000 Megawatt con tre reattori. 

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