Ucraina, ecco le squadracce della morte: mongoli, ceceni e siberiani

Ucraina, ecco le squadracce della morte: mongoli, ceceni e siberiani
di Ivan Ivanov
Mercoledì 6 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 7 Aprile, 08:08
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I Gengis Khan contemporanei sono già stati identificati. Su Internet sono stati pubblicati il loro nome e cognome. Di alcuni si hanno persino fotografie, numeri di cellulari e indirizzi. Secondo le intelligence ucraine a Bucha hanno operato 1.600 militari, inquadrati nella 64esima Brigata di fucilieri motorizzati. Stando a InformNapalm, un gruppo di attivisti hacker fondato nel 2014 da Roman Burko -, il comandante dell'unità 51460, responsabile del massacro, sarebbe il 41enne tenente colonello Azatbek Asanbekovich Omurbekov, un militare di carriera di nazionalità buriata, una minoranza mongola della Siberia dalle parti del lago Baikal. La sua unità ha sede nella cittadina di Knyaze-Volkonskoe, non lontano da Khabarovsk, nell'Estremo oriente vicino al confine con la Cina. Ieri i Servizi ucraini hanno lanciato l'allarme alla popolazione: la 64esima, fuoriuscita a fine marzo dal confine con la Bielorussia e accusata appunto da Kiev di crimini contro l'umanità a Bucha, starebbe per rientrare nei prossimi giorni nella zona di Kharkiv.

Rispetto al passato l'amore per i social media svela le identità più misteriose e nascoste.

L'utilizzo poi sul campo di battaglia di comuni cellulari, sistemi di comunicazione non criptati o addirittura bucati dal controspionaggio nemico mette in piazza i segreti più indecifrabili. Ecco come gli ucraini, grazie anche al supporto occidentale, sono riusciti ad identificare chi era nelle scorse settimane a Bucha. Dai prigionieri fatti o dai caduti Kiev si era resa conto che il Cremlino aveva inviato in Ucraina soprattutto soldati provenienti dalle sterminate e povere province, spesso asiatici o caucasici non di origine slava. Troppi sono i russi che hanno parenti o amici oltreconfine per essere utilizzati. Adesso si è avuta l'ulteriore conferma nei tragici fatti di quanto si pensava.

Ma a Mariupol, dove è in corso da settimane una battaglia campale, denunciano gli ucraini, potrebbe essere andata ai civili molto peggio che a Bucha. Qui sono schierati i ceceni agli ordini diretti del loro presidente Ramzan Kadyrov, appena insignito del grado di tenentegenerale, che non manca di urlare le sue minacce selvagge contro i difensori ogni giorno sui suoi canali di informazione. I suoi uomini vogliono vendicare la morte dei loro compagni, uccisi in un'imboscata nei primi giorni di guerra intorno alla capitale Kiev. 

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Faccia pulita, comandante dal 2021 dell'unità composta da ragazzi giovani, Omurbekov non ha nelle foto, che circolano su Internet, un aspetto marziale, da maniaco o da mostro. Eppure gli ucraini lo considerano il principale responsabile del massacro di Bucha. Da più mass media occidentali il tenente colonnello buriato è stato etichettato come un macellaio o un boia. Le testimonianze dei sopravvissuti saranno decisive per stabilire le responsabilità dei singoli e inquadrare le colpe dei componenti di questo reparto, descritto come un battaglione della morte, sempre che realmente si dimostrerà che sono stati proprio loro a commettere le atrocità ascritte. Vi è stato un ordine oppure che cosa è successo? È stata una follia collettiva? È stato un rastrellamento come tanti che si sono registrati negli anni Novanta nel Caucaso settentrionale in fiamme nel silenzio del mondo? Le prime indicazioni raccolte dal terreno affermano che a Bucha si sono alternati kadirovtsi ceceni e buriati. Le prossime giornate saranno decisive per capire chi ha torturato e ammazzato centinaia di persone.

In altre località della regione di Kiev hanno comunque operato vari gruppi con il compito di pulire il territorio, asseriscono fonti ben informate. Tra loro la fanteria di Marina e il battaglione Sud della Rosgvardia cecena. 

Ma in queste drammatiche ore non sono solo le identità di stupratori, assassini, criminali, in genere, ad essere messe in piazza. Vi sono anche quelle (passate all'Sbu, i Servizi ucraini) di semplici ladri e saccheggiatori, i quali hanno portato il bottino razziato in Bielorussia e da qui l'hanno spedito a casa. La destinazione più ripetuta, finita tra le grinfie degli hacker anti-Lukashenko, è la regione di Altaj, oltre gli Urali. Ma non mancano pacchi per la Siberia in genere e l'Estremo oriente. A Mozyr, soltanto il 2 aprile, sono state consegnate per la spedizione merci per oltre 2 tonnellate. Il recordman con tanto di numero di telefono ben visibile è un certo E.E.K. con 450 chilogrammi composto da strumenti musicali, casse, un tavolo, una tenda, eccetera. Secondo classificato A.P.L. con 255 kg di pezzi di ricambio e un monopattino elettrico. Terzo, P.A.N. con 205 kg con un televisore e una poltrona. Tutti e tre sono di Rubtsovsk. I televisori e semplici vestiti sono la merce più rubata. Gli hacker si sono pure messi a telefonare ai saccheggiatori, come a un certo S., che ha spedito 140 kg di pezzi di ricambio e condizionatori d'aria, chiedendogli l'origine della merce.

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