«Sono italiano, il mio nome di battaglia è Spartaco, sono arrivato nel 2014 e sono riuscito a entrare nel battaglione Vostok. Spartaco al secolo è Massimiliano Cavalleri da Palazzolo, Brescia, ha 48 anni e da 8 combatte con la milizia filo-russa del Donbass contro l'esercito ucraino. È uno dei foreign fighters che compaiono nel documentario di un canale youtube che racconta la guerra dalla parte russa del fronte. Massimiliano-Spartaco, che si presenta solo col nome di battaglia e ha il volto coperto, si aggira tra i banchi di scuola di una classe devastata dai bombardamenti e spiega che a bombardare sono stati i «battaglioni nazionalisti ucraini» che dal 2014 «hanno - dice - maltrattato i civili usandoli come scudi umani, dicendogli di restare nelle cantine senza muoversi, senz'acqua e senza cibo». Indica sui muri i segni dei proiettili, nel pavimento un buco creata da una bomba, neanche lui capisce da dove piombata: «Forse dalla finestra, non saprei». E aggiunge: «Quando finirà la guerra, ricostruiremo tutto». Nei sottotitoli si legge che «Spartaco si è unito alla milizia del Donbass per combattere il neo-nazismo in Ucraina, in Italia dovrà affrontare un processo ma non vuole lasciare il Donbass, qui ha trovato casa».
SCELTA DI VITA
Casa e famiglia.
CAPO ULTRÀ
Nel Donbass si troverebbe Andrea Palmeri, estrema destra, ultras della Lucchese ed ex capo dei Bulldog. Per lui i magistrati genovesi hanno chiesto 5 anni di carcere, l'ultima apparizione da un ospedale del Lugansk. Ma accanto al filone neo-fascista ce n'è uno comunista. Rossi e neri fianco a fianco. Comunista era Edy Ongaro, ucciso in questa guerra e commemorato dal Collettivo Stella Rossa del Veneziano. E l'altro ieri si è speso in un'intervista a favore dei separatisti russi Vincenzo Bellantoni, comunista senza tessera, censito da Prava Sprava nel suo dossier come membro della Carovana antifascista con quelli che Bellantoni definisce «i compagni della Banda Bassotti». Sul fronte opposto, il ministero della Difesa russo ha appena pubblicato un censimento dei mercenari stranieri in Ucraina, pro-Kiev. In tutto, dall'inizio della guerra, ne sarebbero arrivati quasi 5mila (4866) da 64 Paesi, 1250 già eliminati e 1101 ripartiti, ve ne sarebbero 2515 in armi. Quanto agli italiani volontari contro i russi, Mosca ne ha contati finora 71, ma 21 sarebbero stati uccisi e 26 avrebbero lasciato l'Ucraina. Ne resterebbero 24 operativi. Per loro, si pone il problema del trattamento che riceverebbero in caso di cattura. La linea di Mosca è che non possano essere considerati militari regolari, non beneficerebbero della protezione garantita dalle Convenzioni di Ginevra sui prigionieri di guerra.