No, le cose non stanno andando secondo i suoi piani.
Una guerra che presumibilmente avrebbe dovuto essere “lampo” e che dura invece da più di due mesi.
Una guerra in cui Vladimir Putin deve fare i conti pure con nuovi (vecchi) guai, che appaiono addirittura bizzarri.
“Jack-in-the-box”, in italiano “scatola a sorpresa”.
Avete presente quei pupazzi, con una molla sotto, che saltano di colpo fuori da una scatola giocattolo?
Ebbene: così i carri armati russi.
Un difetto di fabbrica, ben visibile in tante foto, che stando a un report della Difesa britannica sarebbe finora costato a Mosca il mostruoso numero di circa 600 unità andate letteralmente ko, più o meno da sole.
Il problema, vecchio, già a noto ai Servizi occidentali da alcuni decenni, ha a che vedere con il deposito delle munizioni. Situato non nel corpo, ma all’interno della torretta del carro armato, lo rende estremamente vulnerabile, anche nel caso di impatti indiretti che possono causare lo scoppio dell’intero vano proiettili.
Il risultato?
Al primo scossone, salta via assieme al cannone.
Proprio come un pupazzo da una scatola, come un “Jack-in-the-box”, appunto.
Un disastro già collaudato durante le due guerre del Golfo (1991 e 2003, ndr) che costa non soltanto il mezzo, ma naturalmente anche la vita dei soldati a bordo. Solitamente almeno tre: due addetti al fuoco e uno alla guida. Con le vittime che tra il personale militare di Putin, sempre stando ai dati inglesi, avrebbero superato l’apocalittica cifra di 15mila caduti.
Ironia amarissima del destino, dunque: carri armati come una trappola di morte per i loro stessi soldati.
Proprio come la guerra, in generale, è una trappola per l’uomo, per tutti quanti gli uomini.
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