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MARIO DRAGHI

Ucraina nella Ue: dopo il primo ok ecco le tappe per l'ammissione e perché possono volerci decenni

Ucraina nella Ue: dopo il primo ok ecco le tappe per l'ammissione e perché possono volerci decenni
Ucraina nella Ue: dopo il primo ok ecco le tappe per l'ammissione e perché possono volerci decenni
di Gianluca De Rossi
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 17 Giugno 2022, 17:07 - Ultimo agg. : 18 Giugno, 09:22
6 Minuti di Lettura

«Una giornata davvero storica». Così il presidente Volodymyr Zelensky ha accolto la raccomandazione della Commissione europea al Consiglio Ue di dare all'Ucraina lo status di candidato all'ingresso nell'Unione europea. L'ok della Commissione arriva a meno di 24 ore dal viaggio a Kiev dei leader di Italia, Francia, Germania e Romania, Mario Draghi, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Klaus Iohannis, viaggio sui luoghi della guerra che ha fatto sentire la vicinanza dei Paesi fondatori dell'Ue a quella terra divenuta bersaglio delle mire espansionistiche del presidente della federazione russa Vladimir Putin. Ma cosa accade ora? Quali tappe dovrà fare l'Ucraina per divenire Paese membro della Ue? E quanto tempo sarà necessario?

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Ucraina, le tappe per l'ammissione Ue

«Oggi abbiamo adottato la raccomandazione al Consiglio Ue di dare all'Ucraina una prospettiva europea e lo status di candidato all'ingresso nell'Unione», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo la riunione del collegio. «L'Ucraina ha chiaramente dimostrato l'aspirazione e l'impegno del Paese di essere all'altezza degli standard europei. L'Ucraina è una democrazia parlamentare molto solida, che vanta un'amministrazione eccellente. L'Ucraina ha mostrato di avere un livello di deficit solido prima della guerra, ha già compiuti passi importanti per essere un'economia di mercato funzionale», ha spiegato von der Leyen.

Molto è stato fatto ma molto lavoro resta ancora da fare per l'ingresso dell' Ucraina in Europa, ha aggiunto von der Leyen. «Ad esempio sullo stato di diritto, la giustizia, la lotta alla corruzione e la rimozione del potere degli oligarchi sull'economia», ha sottolineato il presidente della Commissione Ue.

«Zelensky ci ha detto che, anche senza il percorso europeo, le riforme» chieste da Bruxelles «sono ritenute comunque necessarie. Sull'Ucraina abbiamo un messaggio chiaro: si merita una prospettiva europea e deve ottenere lo status di candidato tenendo presente che c'è ancora da lavorare. Il popolo ucraino ha mostrato si essere pronto a morire per il sogno europeo», ha sottolineato von der Leyen, indossando un completo evocativo, con giacca gialla e camicia blu.


La procedura per l’ingresso nella Ue

Dalla raccomandazione della Commissione europea al Consiglio Ue di dare all'Ucraina una prospettiva europea allo status di Paese membro Ue, tuttavia, il passo non è breve. Anzi, perché lo status di Paese candidato non dà diritto all’adesione automatica all’Ue. La Turchia, ad esempio, è un Paese candidato dal dicembre 1999. Ma l'adesione all’Unione europea è una procedura complessa che richiede anni.

I criteri di Copenaghen e l'attesa dei Paesi candidati

Per entrare nell’Ue bisogna rispettare una serie di parametri, detti «criteri di Copenaghen» perché definiti al Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993. Si tratta di una serie di condizioni richieste al Paese aderente: istituzioni stabili che garantiscano democrazia, diritti e rispetto delle minoranze; un’economia di mercato funzionante e la capacità di assumere gli obblighi relativi agli obiettivi dell’Unione in materia politica, economica e monetaria. Parametri già evidenziati da Ursula von der Leyen, su cui l'Ucraina dovrà lavorare ancora molto: stato di diritto, giustizia, lotta alla corruzione, rimozione del potere degli oligarchi sull'economia. Per il rispetto di questi parametri, dunque, potrebero volerci molti anni.

Dopo la raccomandazione della Commissione europea, sarà il Consiglio Ue del 23 e 24 giugno con i Capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri dell'Ue a valutare la domanda di ammissione presentata dall'Ucraina. Il Consiglio Ue, in merito, voterà all'unanimità se concedere o meno lo status di Paese candidato. E non esiste alcuna possibilità di una procedura accelerata per ottenere lo status di Paese membro.

I Paesi candidati all'ingresso nell'Ue

Dal momento della sua istituzione, l'Ue è passata da 6 a 28 Stati membri - diventati poi 27 con la Brexit - dopo sette ondate di allargamenti, la più grande delle quali nel 2004, quando l'Europa ha aperto le porte a 10 Paesi tra cui Polonia, Ungheria e i Baltici. Attualmente sono cinque i Paesi candidati (Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania, Turchia) e due potenziali candidati (Kosovo e Bosnia-Erzegovina).

 

Serbia e Montenegro

Podgorica e Belgrado hanno avviato i negoziati di adesione rispettivamente nel 2012 e nel 2014. Il Montenegro è considerato da molti analisti come il 28mo Stato membro dell'Ue, avendo aperto tutti i capitoli negoziali. Strada in salita invece per la Serbia, la cui adesione è legata al raggiungimento di un accordo con il Kosovo, sua ex provincia, di cui non riconosce l'indipendenza, dichiarata unilateralmente nel 2008.

Macedonia del Nord

Lo status di Paese candidato è stato riconosciuto nel 2005, ma Skopje non ha ancora avviato i negoziati di adesione a causa prima del veto della Grecia per una disputa sul nome, conclusasi solo nel 2018 in seguito agli accordi di Prespa tra Skopje ed Atene; dopo il veto greco, è stata la volta di quello francese, ormai alle spalle, e bulgaro, quest'ultimo per una controversia identitaria. Ma il dossier potrebbe sbloccarsi, forse persino «a giorni».

Albania

Tirana, il cui dossier viaggia in tandem con quello macedone, è in sala d'attesa dal 2009. Ma vale lo stesso discorso fatto per la Macedonia del Nord: a breve potrebbero esserci delle novità.

Bosnia-Erzegovina

Sarajevo, che ha bussato alle porte dell'Ue nel 2016, ha ricevuto tre anni dopo una bocciatura: bene la prospettiva europea, ma il candidato non rispetta a sufficienza i criteri di Copenaghen. Nel suo parere la Commissione ha stilato 14 priorità che il Paese deve soddisfare in vista dell'avvio dei negoziati di adesione.

Kosovo

Finora Pristina non ha presentato una formale richiesta di adesione all'Ue, anche se di recente le autorità kosovare hanno dichiarato di voler procedere in tal senso entro fine anno. Il Paese non è riconosciuto da cinque paesi dell'Ue (Spagna, Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania).

Turchia

Ankara, che ha sottoscritto un accordo di associazione con l'allora Cee nel 1963, ha fatto richiesta per l'adesione nel lontano 1987. Dall'avvio dei negoziati, avvenuto nel 2005, sono stati aperti solo 16 capitoli negoziali su 33: uno soltanto è stato chiuso.

Putin, il discorso oggi a San Pietroburgo: «È finita l'era del mondo dominato dagli Usa. Gli obiettivi in Ucraina saranno raggiunti» https://t.co/bJKp3E0w16

— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) June 17, 2022

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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